Esteri

Zimbabwe: una «colpa» di Stato

Stamane i cittadini dello Zimbabwe si sono svegliati nell’incertezza, dopo aver appreso che il paese si trova sotto un governo di transizione militare. Questo «particolare colpo di Stato» – in quanto non ufficialmente dichiarato tale – è avvenuto ieri l’altro attraverso l’occupazione militare del quartier generale dell’emittente statale Zbc ed in seguito, con il blocco degli accessi agli uffici governativi.

Varsavia, un’Indipendenza tra fede e intolleranza

Negli ultimi dieci anni – tra il 2008 e il 2017 – la Polonia ha ricevuto poco più di 90.000 richieste d’asilo e protezione internazionale, un numero inferiore a quello delle domande inoltrate in Italia nel solo 2016 e che quasi scompare di fronte alle 750.000 della Germania dello scorso anno. Al tempo stesso, la Polonia è il Paese europeo con la più bassa percentuale residenti di origine straniera, appena l’1,6% della popolazione.

Niruala, una donna forte che aiuta il suo Nepal

«Da oltre un decennio Niruala Shrestha e la sua comunità si dedicano alla creazione di un futuro migliore per i loro figli – si legge su ARnews/Notizie Avventiste –. Non sono stati gli imprenditori e neanche gli anziani del villaggio a portare avanti questa visione, ma le donne come Niruala, che hanno avviato un cambiamento fin dalle fondamenta».

Camminare attraverso i muri

A un anno dall’elezione del nuovo presidente Usa, sono pronti gli otto prototipi del «Great Wall» voluto da Donald Trump, un’opera che potrebbe essere la più costosa della storia americana, per la cui realizzazione sono previsti tre anni di lavori. Piazzati nei pressi di Otay Mesa alla fine di ottobre, saranno sottoposti a test rigorosi per provare quale di essi è il più impenetrabile. Forme e materiali diversi, un unico obiettivo: rendere invalicabile il confine tra Usa e Messico.

«Noi scegliamo la vita»

Non deve essere stato facile per i fratelli e le sorelle della piccola comunità battista di Sutherland Springs ritornare a celebrare insieme il culto di adorazione solo una settimana dopo la sparatoria nella quale hanno perso la vita 26 persone. Nelle giornate immediatamente successive all’attacco, c’era chi addirittura aveva proposto di demolire la chiesa e di costruirne una nuova.

Libano, un equilibrio fragile. Intervista con Riccardo Cristiano

Le dimissioni del primo ministro Libanese Saad Hariri hanno colto quasi tutti di sorpresa, sia per le tempistiche della decisione sia per il fatto che siano state annunciate da Riyadh, la capitale dell’Arabia Saudita, dove si trovava in visita e dove si trova tutt’ora. Inoltre, durante un’intervista rilasciata nella giornata di domenica, Hariri ha chiarito che le sue dimissioni non sono definitive e possono ancora essere ritirate.

Il 15 novembre presidio a Roma per Nuriye e Semih

 Il 17 novembre nel carcere di Sincan (Ankara) si terrà la quarta udienza del processo all'accademica Nuriye Gulmen e al maestro elementare Semih Ozakca.

Per il 15 novembre, due giorni prima, il Comitato italiano per il rispetto dei diritti umani, della libertà di espressione e per la fine dello stato di emergenza” ha indetto a Roma davanti all'Ambasciata turca (ore 17) un presidio di solidarietà con i due insegnanti turchi in sciopero della fame dal 9 marzo. Per «denunciare la brutalità del regime turco guidato dall’AKP di Erdoğan».

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