Esteri

Padre Nostro, si continua a discutere

La teologa tedesca Margot Käßmann interviene sul tema della modifica, parziale, della preghiera del Padre Nostro, nel passaggio “Non ci indurre in tentazione” modificato dalla chiesa cattolica in Francia per prima, e poi dalle chiese protestanti e cattolica in Svizzera in “Non lasciarci cadere in tentazione”. L’ex presidente del consiglio della Chiesa protestante in Germania (Ekd) in un articolo pubblicato sul numero domenicale del quotidiano “Bild” si è detta «contraria a qualsiasi modifica della preghiera che risale direttamente alle parole di Gesù stesso».

Le chiese del bernese criticano la nuova legge cantonale sull’aiuto sociale

Il cantone di Berna vuole ridurre dell'8% la copertura economica destinata al fabbisogno di cibo e materiali di base per le persone bisognose. Ciò è previsto dalla legge sul benessere sociale approvata in prima lettura dal Gran Consiglio il 6 dicembre. In un comunicato stampa, la Conferenza interreligiosa (Cic) ha criticato questa decisione. «La politica di austerità applicata attraverso queste disposizioni aggrava le difficoltà di vita dei beneficiari e colpisce in particolare le famiglie», sottolinea la Cic.

La crisi della fame in Sud Sudan crescerà nel 2018

Nel quarto anniversario del conflitto che sta martoriando il Sud Sudan, l’agenzia umanitaria internazionale Christian Aid rilancia l’appello ad un’azione urgente per arginare gli allarmanti livelli di fame e malnutrizione nel paese.

La violenza in atto e l’insicurezza civile, iniziate il 15 dicembre 2013, hanno paralizzato l’economia del Sud Sudan, hanno creato una catastrofica carenza di cibo e costretto 4 milioni di persone ad abbandonare le loro case.

Mille giorni di silenzio per lo Yemen

La guerra dello Yemen dura ormai da oltre mille giorni e non si intravede la fine. Nella giornata di martedì 19 dicembre, proprio quando si entrava nel millesimo giorno da quel 25 marzo 2015 in cui una coalizione a guida saudita cominciò a bombardare il Paese, la tensione ha ripreso ad aumentare.

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«Questa è la nostra casa»

Sono giorni decisivi per i cosiddetti dreamer, chiamati così dal Development, Relief and Education for Alien Minors Act che dovrebbe consentire a questi giovani, figli di immigrati, di continuare a vivere, studiare e lavorare negli Stati Uniti, dopo che in settembre il presidente Trump ha annullato il programma Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), sospendendo le sorti di circa 700.000 giovani e bambini.

Ancora sul fronte alpino

Gelo e neve non fermano chi, dopo aver percorso migliaia di chilometri e attraversato deserti a piedi e mari su imbarcazioni di fortuna, sente di essere vicino alla meta. Sia essa la Francia, l’Inghilterra, il resto d’Europa.

Continuano le segnalazioni di ragazzi che con abbigliamento non adatto si incamminano da Bardonecchia su verso il colle de l’Echelle, valico naturale che conduce oltralpe.

I vestiti dei migranti

Un bavaglino rosso brillante con la scritta “Il mio primo Natale”, un paio di jeans rovesciati, calzini dai colori vivaci, una lunga sciarpa blu. Da mercoledì 13 dicembre un’installazione dai toni forti pende sospesa dal soffitto della navata della chiesa anglicana Saint James di Picadilly, nel centro di Londra. Parrocchiani e visitatori incuriositi guardano con la testa in su.

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