Esteri

Ramin Hisen Panahi, il martirio di un uomo

Dopo mesi e mesi trascorsi nel braccio della morte, il 23enne Ramin Hisen Panahi, attivista e prigioniero politico del Kurdistan Rojhalat (Kurdistan dell’Iran, dove vivono circa nove milioni di curdi)) è stato impiccato all'alba del 9 settembre nel carcere di Raja’i Shahr a Karaj (provincia di Hengaw).

Senzatetto per un giorno

«Mi dispiace, non abbiamo più posto». Le porte del rifugio si chiudono davanti alla delusione di chi sperava di trovare da dormire. Altri sono più fortunati, altri ancora non riescono nemmeno a trovare il rifugio, perché non hanno avuto le indicazioni su come arrivarci.

Erdogan, la stretta sui curdi e sull'informazione

Una delle pagine più buie della Turchia è stata scritta ieri nell’indifferenza dell’opinione pubblica turca e ancor meno dell’attenzione internazionale.

Due dei più importanti, e tra i pochi rimasti, baluardi a difesa della democrazia e della libertà di espressione nel Paese hanno subito «l’attacco finale».

L'economia di Welby: togliere ai ricchi per dare ai poveri

Un importante documento di ricerca afferma che l’economia britannica «non funziona per milioni di persone e ha bisogno di riforme»; questi dati emergono dal rapporto pubblicato dall’Institute for Public Policy Research Commission on Economic Justice, organismo nel quale milita anche l’ex petroliere Justin Welby, attuale arcivescovo di Canterbury. L’istituto di ricerca è nato nell’autunno 2016 in seguito alla decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea (Brexit).

Yemen, tutte le parti in conflitto hanno commesso crimini

Nel mese di agosto l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ohchr, ha pubblicato un nuovo rapporto dedicato allo Yemen. Nel Paese, che era già il più povero di tutta la Penisola Arabica, la guerra è scoppiata nel marzo del 2015, quando una coalizione militare a guida saudita intervenne in supporto al presidente Abd Rabbih Mansur Hadi, deposto dai ribelli Houthi, alleati dalla fine dell’anno precedente con l’ex presidente Ali Abd Allah Saleh.

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Sbagliato fare dei migranti i capri espiatori

Nei giorni scorsi il presidente della Diaconia tedesca, Ulrich Lilie, ha criticato duramente il ministro dell’Interno Horst Seehofer per le sue affermazioni secondo cui la questione dell’immigrazione è «la madre di tutti i problemi politici di questo paese» (come dichiarato al Rheinische Post di Düsseldorf, aggiungendo che ciò sarebbe confermato sia dai sondaggi sia da fatti concreti).

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Dreamers, un anno dopo

Il pastore Herbert Nelson, segretario della Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti (PcUsa), ha consegnato alla stampa una lettera in occasione del primo anniversario dallo smantellamento del programma Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals) da parte della presidenza Trump.

85 mila no al rimpatrio di due minori, la Chiesa di Scozia in prima fila

Una petizione, firmata da circa 85.000 persone, che chiede di non deportare dalla Scozia due fratelli adolescenti pakistani, è stata consegnata ai funzionari degli uffici dell'immigrazione.

Somer e Areeb Umeed Bakhsh, temono che le loro vite sarebbero in pericolo  se fossero rimandati in Pakistan contro la loro volontà. Sono giunti in Scozia insieme ai genitori nel 2012, in fuga per le minacce ricevute in patria dagli estremisti islamici a causa della fede cristiana della famiglia.

La chiesa luterana di Sassonia contraria alla violenza e al populismo

«Ci vuole coraggio per opporre ogni volta ad un messaggio di odio e spietatezza un messaggio di riconciliazione», ha dichiarato il rev. dott. Carsten Rentzing, vescovo della Chiesa evangelica luterana di Sassonia (Elcs), chiesa membro della Federazione luterana mondiale (Flm), in occasione della manifestazione contro l’odio e la violenza tenutasi a Chemnitz il 2 settembre scorso, dopo una settimana di violente manifestazioni contro gli stranieri.

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