Migranti in Europa: più forti delle paure
06 giugno 2016
«Sei un migrante». Nelle scuole e nelle strade di Budapest è uno degli insulti che vanno per la maggiore fra gli sfottò delle nuovissime generazioni, cresciute a pane e discorsi autoritari, di polso come si suol dire. Lo straniero, l’altro da noi, torna a essere un pericolo, da isolare e respingere. L’Europa continentale fatica terribilmente a offrire una risposta concreta e credibile al dramma di centinaia di migliaia di persone, divisa fra veti, timori, calcoli politici, mentre ogni istante può essere decisivo per salvare un vita.