Esteri

Semi di pace. Come costruire ponti tra israeliani e palestinesi

«Al figlio malato di tumore della mia vicina di casa era stata data l’autorizzazione a farsi curare in Israele, ma non c’era nessuno che avrebbe potuto portarlo all’ospedale, superato il checkpoint tra i territori palestinesi e Israele»: a parlare così è Naim Albaidah, palestinese di Tulkarem in Cisgiordania, membro da alcuni anni dell’organizzazione Road to Recovery.

L’Ungheria nel segno di Orbán

Nessuna sorpresa dalle urne ungheresi. Vincendo le elezioni di domenica 8 aprile, il primo ministro uscente dell’Ungheria, Viktor Orbán, ha ottenuto il suo terzo mandato alla guida del Paese. Il suo partito, Fidesz (Unione Civica Ungherese), euroscettico e conservatore, ha sfiorato la maggioranza assoluta dei voti, ottenuto il 49,5 per cento dei voti, oltre il doppio del partito nazionalista e di estrema destra Jobbik (Movimento per un’Ungheria Migliore), che si è fermato al 20 per cento.

Regno Unito. I leader religiosi criticano il «limite dei due figli» sui benefit

I leader cristiani, musulmani ed ebrei in una lettera inviata venerdì scorso al Times hanno con forza chiesto che si riveda la politica di limitare i benefit alle famiglie con più di due bambini.

La «politica dei due figli», introdotta un anno fa, consente alle famiglie di rivendicare crediti d’imposta o crediti universali solo per i primi due figli, a meno che non vi siano circostanze speciali.

Secondo i leader religiosi tale politica porterà ad un aumento della povertà infantile e degli aborti.

Il futuro delle chiese

Nell’era delle “muesli religion” in cui ognuno ricerca, crea e reinventa le religioni al fine di renderle più aderenti alla propria sensibilità spirituale, che futuro possono avere le nostre chiese protestanti? Siamo ormai diventati dei fossili incapaci di trovare nuove vie di dialogo e incontro con le persone? Riusciremo a restare al passo coi tempi che cambiano senza tradire le nostre tradizioni e la nostra storia?

Winnie Mandela, l’icona controversa

«La morte di Winnie Mandela è un duro colpo per il Sud Africa», rileva il pastore battista di Johannesburg Steve Moreo commentando la scomparsa avvenuta il 2 aprile scorso all’età di 81 anni di Winnie Madikizela Mandela «che sarà ricordata come la “madre della nazione”».

Un titolo tributatole da molti sudafricani, prosegue Moreo «per il contribuito che questa coraggiosa donna, malgrado le molte ombre attribuitele, ha saputo dare alla lotta di liberazione del paese al tempo dell’oppressione del regime dell’apartheid».

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