Esteri

In Francia cresce la tolleranza nei confronti della tortura

La “guerra in casa”, le paure dello straniero, l’ignoranza verso il mondo che ci circonda, nonostante noi si sia travolti da un flusso continuo di informazioni. E se mancano momenti di confronto, se le istituzioni si dimostrano deboli, ecco sopraggiungere la diffidenza, l’angoscia. Per scacciarla siamo disposti a concedere perfino la cessazione dello Stato di diritto, fino al ritorno a pratiche che potevamo considerare superate, almeno, forse, a certe latitudini.

In Spagna hanno perso tutti

Dopo la vittoria del Partido Popular (Pp) alle ultime elezioni spagnole, i risultati portano sempre più a pensare a una sconfitta per tutte le forze in campo. Il partito di Rajoy non ha i numeri per governare da solo e le alleanze con il Partito Socialista (Psoe), seconda forza del Paese, oppure con Unidos Podemos (Izquierda unida e Podemos) o con Ciudadanos sono sempre più difficili.

I corridoi umanitari presentati al Parlamento Europeo di Bruxelles

«Il nostro progetto ecumenico dei corridoi umanitari in sede europea ha visto un’accoglienza davvero positiva e incoraggiante”» ha affermato Paolo Naso, che ieri 28 giugno a Bruxelles ha partecipato in rappresentanza della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ad un incontro presso il Parlamento Europeo teso ad allargare all’Europa la “buona pratica” già sperimentata con successo in Italia, la quale, secondo il vicepresidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, presente per l’occasione, merita sostegno internazionale.

L'impegno interreligioso di Molenbeek

La fine del ramadàn è stato celebrato solennemente a Molenbeek, in Belgio. Seicento persone si sono ritrovate il 17 giugno per la rottura del digiuno ma la particolarità di questo iftar, preparato dai volontari delle associazioni musulmane e delle moschee locali, riguarda il luogo in cui si è svolto: la chiesa di san Giovanni Battista. Un appuntamento di condivisione e scambio interreligioso voluto da Sarah Turine, assessora alla Gioventù e al Dialogo interculturale di Molenbeek, in accordo con i responsabili religiosi della città.

Brexit: “Non è il risultato in cui avevamo sperato”

«Il referendum di giovedì scorso ha visto prevalere con una minima maggioranza l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Non è questo il risultato nel quale la Chiesa di Scozia aveva sperato». Sono le parole con cui il moderatore della Chiesa di Scozia, pastore Russell Barr, ha commentato l’esito della consultazione sulla Brexit, nella quale i presbiteriani scozzesi, diversamente dalle altre denominazioni protestanti del Regno, si erano schierati nettamente a favore della permanenza nella UE.

L’Unione che non si riesce a difendere

Sono 17 milioni e 400 mila i cittadini del Regno Unito che hanno votato «leave», pari al 52% dei votanti. L’alta affluenza (72%) legittima un risultato inaspettato e divisivo, visto che a Londra (60%), in Scozia (62%) e in Nord Irlanda (56%) ha nettamente prevalso lo «stay». Le analisi di voto sono ancora acerbe, ma il quadro complessivo è chiaro: il Regno si è spaccato su linee geografiche e generazionali.

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