Italia

Quanto sappiamo amare?

Così parla il Signore: «Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà» 
Geremia 31, 3

Dio è amore; e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui 
I Giovanni 4, 16

Il “Lombardini” di Cinisello ancora protagonista

«Sono andato ad abitare due anni fa a Cinisello a cento metri dal Centro culturale Jacopo Lombardini. Quando ho visto l’appartamento mi sono informato con la Chiesa di Milano che ne ha la custodia. Mi sono candidato a occuparne gli spazi con alcune attività rivolte alla cittadinanza, con l’idea di riprendere un poco lo spirito del “Lombardini” nella sua anima sociale di intervento culturale e educativo». 

Suggestioni letterarie per “andare oltre”

C’è una parola che mi ha sempre intrigato e messo in questione, ed è: spiritualità. Infatti da un lato la trovo respingente perché sa troppo di sacrestia, di mistica e di fuga dalla vita concreta, mentre io, figlio degli anni ’60 e ’70, ho sempre visto l’impegno vocazionale come qualcosa di molto concreto, da spendere nella vita quotidiana. Ma d’altra parte mi rendo anche conto che, con un simile atteggiamento, la mia generazione probabilmente ha finito con l’allontanare molte (troppe) persone dalla vita comunitaria di culto e di preghiera.

Vivere nella luce

Se sto seduta nelle tenebre, il Signore è la mia luce 
Michea 7, 8

Voi tutti siete figli di luce e figli del giorno 
I Tessalonicesi 5, 5

Noi siamo figli di luce e figli del giorno. È proprio vero? Corrisponde alla nostra esperienza quotidiana? Siamo davvero così illuminati da diventare luminosi per chi ci sta accanto? E quindi siamo di conforto e di monito per coloro che vivono con noi?

Otto marzo. Gesù o Barabba

Secondo i dati pubblicati dall’Istat, gli omicidi nel nostro paese sono in calo mentre aumenta il numero di donne uccise.

In tutto il mondo i casi di femminicidio sono aumentati dall’inizio della pandemia e in Italia dodici sono le donne uccise quest’anno dalla violenza maschile. Dodici donne di meno, il cui sangue continua – questo 8 marzo, quando avremmo voluto parlare d’altro – a indignarci.

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Basta uccidere le donne!

Nel terzo millennio, non si contano più le donne ammazzate dal loro compagni, quelle che noi chiamiamo “vittime di femminicidio”. Donne giovani, belle, sorridenti che prima di morire, hanno vissuto di tutto: violenze fisiche, verbali, psicologiche. Magari per anni, in assoluto silenzio e devastante solitudine.  Ma prima ancora vittime di chi non rinuncia al suo voler essere il più forte, il più temuto, il più rispettato.

Un ponte di corpi per dire basta alle frontiere che dividono

35 piazze e frontiere unite in tutta Italia e in tutta Europa, da Berlino, a Marsiglia, a Ventimiglia, a Clavière, a Milano, a Triste, a Maljevac, ad Atene, a Roma, a Siracusa, a Palermo, a Catania, a Paestum per ribadire che emigrare è un diritto e accogliere chi scappa da guerre, miseria e persecuzioni un dovere. Un successo che va al di là delle aspettative in termini di partecipazione e di rete di relazioni che una simile organizzazione ha creato.

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