Esteri

La Russia e le percosse non gravi

A fine gennaio la Camera bassa del Parlamento russo ha approvato in terza lettura un provvedimento che depenalizza le cosiddette “percosse non gravi” in famiglia, prima punite fino a due anni di reclusione. La legge dovrà ancora passare dal voto della Camera alta e dall’approvazione del Cremlino. Che cos'è una percossa non grave? Secondo il provvedimento la violenza non deve essere abituale, quindi non ci devono essere state denunce nei 12 mesi precedenti, e non ci devono essere danni fisici, nemmeno temporanei.

Lettere di critica ai decreti di Trump

Non si arresta l’ondata di proteste ai decreti di Trump che bloccano per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi, e vietano l’ingresso a chiunque provenga da 7 nazioni a maggioranza islamica (Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen). Numerose critiche stanno giungendo anche da parte di leader religiosi e organizzazioni cristiane. L’ultima in ordine di tempo è di Munib Younan, ancora vescovo della Chiesa Evangelica Luterana in Giordania e Terra Santa, e presidente della Federazione luterana mondiale (Flm).

Un mese con Giacomo

Un intero mese in compagnia della Lettera di Giacomo. E’ questa la proposta del Bible Month, un’iniziativa lanciata dalla Chiesa metodista della Gran Bretagna per promuovere la conoscenza della Bibbia. «Le Scritture rivestono un’importanza centrale nella vita di fede dei metodisti.

Via la croce, questione di sponsor

Business is Business. Il Real Madrid, la più celebre e titolata squadra di calcio al mondo, vorace vincitrice di trofei sul campo e di contratti multimilionari con gli sponsor di ogni angolo del pianeta, cancella la croce dal proprio simbolo societario. La scelta avviene a seguito della firma di un accordo con l’azienda Marka, grande gruppo distributivo degli Emirati Arabi che si è aggiudicata la possibilità di commercializzare in esclusiva i prodotti della squadra madrilena in sei nazioni: gli Emirati, l’Arabia Saudita, il Qatar, il Kuwait, il Bahrein, l’Oman.

Irlanda del Nord: per la prima volta livelli di occupazione uguali fra cattolici e protestanti

Per la prima volta, nell’Irlanda del Nord, le statistiche mostrano una sostanziale parità nelle percentuali relative ai lavoratori cattolici e protestanti. I dati si riferiscono al Report sulle religioni 2015 della Rilevazione sulla popolazione attiva (16-65 anni) compiuta dalla Northern Ireland Statistics and Research Agency (Nisra), che ha analizzato la tendenza degli ultimi 25 anni (1990-2015). In questo lasso di tempo la situazione appare cambiata sotto diversi aspetti.

«Come farò senza di te»: gli oggetti perduti dei migranti

«Signor Gutierrez, nei giorni immediatamente prima di tale udienza qualcuno l’ha costretta a dichiararsi colpevole?», «No, Signore!». «In questo momento ritiene di essere nel pieno delle sue facoltà?», «Sì, Signore!». «Sa qual è il reato che le viene contestato? Quale il massimo della pena previsto? Quale il minimo?», «Sì, Signore!». «La polizia di frontiera sostiene di averla trovata a circa 13 miglia a nord della frontiera degli Stati Uniti, senza un titolo che la autorizzasse a trovarsi sul territorio del Paese. Corrisponde al vero?», «Sì, Signore!».

In calo i riformati in Svizzera

L’ufficio federale di statistica elvetico ha reso noti i dati del censimento generale 2015 che ha coinvolto l’intera popolazione. Fra la grande mole di dati una sezione è dedicata all’appartenenza religiosa degli intervistati.

Rispetto al precedente censimento del 2000 risultano raddoppiati coloro che dichiarano di non avere alcuna appartenenza religiosa (23,9%).

Erosione di fedeli invece fra gli evangelici-riformati che passano dal 33% del 2000 al 25% attuale, la metà esatta rispetto al 1970.

Siria, il “cessate il fuoco” non basta

Mercoledì 8 febbraio dovrebbero ricominciare a Ginevra i negoziati per porre fine alla guerra in Siria, che dura ormai da 6 anni e ha provocato centinaia di migliaia di vittime civili, oltre a milioni di profughi e sfollati. Il condizionale è d’obbligo, perché la situazione internazionale è in rapida mutazione e non sembra andare nella direzione di un dialogo occidente-oriente in grado di produrre risultati.

Dalla frontiera balcanica si passa goccia a goccia

La rotta balcanica, il percorso che dalla Grecia sale attraverso diversi paesi per raggiungere l’Austria e poi il resto d’Europa è sempre più difficile da percorrere a causa delle politiche di blocco dei migranti da parte di diversi stati. Pur essendo lontana dalla chiusura prospettata da Donald Tusk nel marzo 2016, la via attraverso i Balcani lascia passare le persone a piccolissimi numeri, alimentando però le speranze di molti.

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