Esteri

Zurigo: chiesa riformata St. Jakob accoglie i curdi

La chiesa evangelica riformata di St.Jakob, situata nel cuore della city di Zurigo, accoglie per tre giorni attivisti curdi che manifestano la loro solidarietà nei confronti dei loro fratelli e sorelle che a Kobane stanno difendendosi da settimane contro l'attacco delle milizie islamiste dello Stato Islamico. I curdi avevano manifestato dapprima sulla Rathausbrücke, ma erano stati invitati a smobilitare dalle forze dell'ordine. Immediatamente la parrocchia riformata della Jakobskirche ha offerto loro la possibilità di continuare la protesta sul terreno della chiesa.

La Chiesa Valdese di Rio de la Plata assisterà i profughi siriani presenti in Uruguay

Nel giugno di quest’anno il governo uruguagio ha iniziato una negoziazione con l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, offrendo la propria disponibilità ad ospitare famiglie di profughi siriani in fuga dalla guerra; nei giorni scorsi le prime 5 famiglie sono arrivate nel Paese, accolte dal Presidente della Repubblica José Mujica e dal primo ministro Luis Almagro.

L’inclusione nella chiesa delle persone con disabilità non è un’opzione

Dal 12 al 15 ottobre scorso, presso il Centro Congressi mennonita a Elspeet (Paesi Bassi), si è tenuto un incontro promosso dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) per la definizione del nuovo documento sulla disabilità che ha il titolo provvisorio «Dono dell’essere: chiamati ad essere una Chiesa di tutti e per tutti». Vi hanno preso parte membri della Rete ecumenica che si occupa della disabilità (Edan), della Commissione fede e costituzione e della Commissione sulla missione mondiale ed evangelizzazione.

La Comunione anglicana è viva e diversa

Gli anglicani sono sull’orlo di uno scisma? Parrebbe di sì, a leggere alcuni organi di stampa in relazione alle voci sul possibile rinvio – se non addirittura sulla cancellazione – della prossima Conferenza di Lambeth, l’incontro dei vescovi anglicani di tutto il mondo che si svolge ogni dieci anni sin dal 1878. Ne abbiamo parlato con l’arcidiacono emerito Colin Williams, attualmente rettore anglicano di Ludlow in Inghilterra e già segretario generale della Conferenza delle chiese europee a Ginevra (2005- 2010).

Educare per avere la pace

Sono passati sei mesi dal rapimento di 276 studentesse a Chibok, nel nord della Nigeria, da parte del gruppo terroristico jihadista Boko Haram. Alcune settimane dopo il fatto, partì la campagna #BringBackOurGirl che tentava di sfruttare il tam tam internazionale sui social network per sensibilizzare l'opinione pubblica ed esercitare una pressione sui capi di stato di tutto il mondo affinché si adoperassero per la loro liberazione.

Apprezzamento della Chiesa di Svezia per il riconoscimento della Palestina

La Chiesa luterana di Svezia ha espresso pieno apprezzamento per il riconoscimento della Palestina da parte del governo svedese. «È un passo importante per l'avanzamento del processo di pace e per la costituzione di due stati, in cui palestinesi e israeliani vivano fianco a fianco secondo confini sicuri e riconosciuti», ha dichiarato Erik Lysén, responsabile dell'unità per le relazioni esterne dei luterani svedesi. «La speranza è che la decisione della Svezia spinga altre nazioni a riconoscere la Palestina», ha aggiunto Lysén.

600.000 “invisibili” in Europa

Nel mondo vi sono 12 milioni di apolidi, dei quali almeno 600.000 vivono in Europa (dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati - Acnur). Si tratta di persone prive di documenti che non esistono giuridicamente, dunque, sono “invisibili”: non hanno accesso a diritti come cure mediche e istruzione, non possono sposarsi, avere la patente o un conto in banca. Molti, inoltre, si ritrovano in stato d’indigenza o costretti a dormire per strada.

L’Inghilterra pronta a riconoscere lo Stato palestinese

La Camera dei Comuni britannica ha approvato una mozione che chiede il riconoscimento dello Stato palestinese. L’atto non è vincolante, ma la sua approvazione con 274 voti a favore e 12 contrari ha portato vari parlamentari a dichiarare che ora spetta al governo riconoscere in tempi brevi la Palestina, così da compiere un passo importante per garantire un reale equilibrio nelle trattative per la pace fra i due Paesi.

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