Esteri

Stragi in Mali. Evangelici e cattolici in preghiera

Le chiese evangeliche insieme ai vescovi cattolici del Mali in occasione dei culti domenicali hanno inviato un messaggio congiunto di condoglianze alla Nazione, al Presidente della Repubblica e al Ministro degli Affari religiosi per il massacro avvenuto il 23 marzo nel villaggio di Ogossagou-Peul nella regione di Mopti, nel centro del Paese africano, dove un gruppo di uomini armati di mitragliatori e machete (sembrerebbe di etnia Dogon per gli abiti indossati), alle prime ore del giorno hanno attaccato l’insediamento dei pastori di etnia Fulani facendo più di 100 morti (u

Un istituto ecumenico, segno profetico di dialogo in Marocco

«Un segno profetico»: così ieri papa Bergoglio in visita in Marocco ha definito l’Istituto di formazione teologica Al Mowafaqa (L’Incontro) di Rabat, che rappresenta un unicum nel continente africano in quanto creato grazie ad un’azione congiunta cattolica e protestante al fine di promuovere il dialogo e l’ecumenismo, in relazione soprattutto con la religione dominante nella regione, l’Islam.

La Chiesa evangelica tedesca critica sospensione del programma “Sophia”

Da oggi Primo aprile le due navi dell’operazione “Sophia” - la missione militare dell'Unione europea (Ue) tesa allo smantellamento del traffico di migranti nel Mediterraneo - saranno ritirate. Seppur prorogata di ulteriori sei mesi, “Sophia” prevederà esclusivamente pattugliamenti aerei, mentre proseguirà il training della «guardia costiera libica».

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Quando il sole illumina i musulmani e cristiani indiani

Hyjazie è una studentessa sciita musulmana del Canada, insieme a Shia, cristiana presbiteriana proveniente dall’India, sono insieme sotto il sole del lago di Ginevra e con loro c’è uno sviluppatore di software di Montreal, musulmano sciita. Li raggiunge anche il pastore Abhishek Prabhakar John della Chiesa Presbiteriana di Manipur (India) con altri due studenti e seminaristi interreligiosi.

Preghiera ecumenica con i leader di cinque Comunioni cristiane mondiali

Un incontro ecumenico di preghiera nella Basilica del Sacro Cuore presso l’Università di Notre Dame nell’Indiana, Stati Uniti, ha segnato l’apertura di una consultazione di quattro giorni (dal 26 al 28 marzo) sull’importanza storica della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione (Jddj) e sull’impatto che essa ha avuto sulla ricerca dell’unità piena e visibile della chiesa, a cui hanno partecipato i leader delle cinque Comunioni cristiane mondiali che hanno accolto la Dichiarazione.

I regali del terrorista della Nuova Zelanda ai movimenti di estrema destra in Europa

Prima di uccidere 50 persone in Nuova Zelanda, Brendon Tarrant aveva donato € 1500 (ma secondo alcune fonti le cifre sarebbero superiori) alla filiale austriaca di Generazione identitaria, il movimento di estrema destra che ha organizzato fra l’altro lo scorso anno l’operazione anti-migranti nei pressi di Briançon e Monginevro, sulle Alpi al confine italo-francese.

La famiglia armena protagonista del culto no stop in Olanda non sarà espulsa

E’ ancora tempo di festeggiare per la comunità protestante, ma non solo, de L’Aja, nei Paesi Bassi, protagonista nei mesi scorsi del culto no stop durato tre mesi per salvare dall’arresto e dalla deportazione una famiglia armena. La situazione della famiglia Tamrayzan è stata infatti esaminata dalle autorità statali, e la conclusione è stata che tutti e cinque i componenti, padre, madre e tre figli, potranno rimanere nel Paese.

Anche noi siamo dei migranti

«Forse non tutti sanno che in Svizzera gli stranieri rappresentano un quarto della popolazione (due milioni su otto), e questo la rende uno dei Paesi con la più alta percentuale di stranieri (24,9% nel 2016), che a Zurigo raggiunge un picco del 30% (32,3% nel dicembre 2018) della popolazione residente. Dei 428.737 (nel 2018) abitanti di Zurigo circa 138.388 sono stranieri provenienti da ben 173 nazioni diverse, italiani compresi.

India. Protestanti e ortodossi pregano per il nuovo governo

900 milioni circa di aventi diritto al voto: ecco perché le elezioni indiane dureranno diverse settimane, tra aprile e maggio, e porteranno all’elezione dei 543 membri del parlamento indiano che a loro volta eleggeranno il prossimo primo ministro. 

Grande favorito per la riconferma l’attuale primo ministro, il nazionalista Narendra Modi con il suo partito Bjp, mentre molto staccato pare essere Raul Gandhi, figlio di Rajiv e Sonia Maino.

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