Esteri

Chiesa in vendita

L’idea che la propria chiesa diventi una scuola di ballo o un fast food può gelare il sangue a qualcuno, specie se l’edificio racchiude secoli di storia e tradizione. Tuttavia, di fronte a problemi economici difficilmente risolvibili, e parallelamente a un calo di presenze inesorabile, con l’abbandono, spesso totale, del locale di culto, molte comunità hanno cominciato a porsi l’annosa domanda: se non siamo in grado di restaurare il nostro tempio, e in ogni caso non sappiamo più come usarlo, perché non venderlo?

Isabel Apawo Phiri ai rifugiati: «In voi vedo l’immagine di Dio»

Una delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), insieme a Act-Alliance ha visitato l’Ungheria, la Romania e l’Ucraina la scorsa settimana.

Il gruppo ecumenico ha riflettuto su come e quanto le chiese stiano facendo (spesso la differenza) per la vita di migliaia di persone in fuga dalla guerra.

Si svuotano i granai e si riempiono gli arsenali

In tempo di guerra la chiarezza delle idee viene messa a dura prova dal groviglio della propaganda, della deliberata adulterazione della verità, e della insufficienza delle informazioni. Per cui diventa facile disorientarsi, finire nella paralisi di tutti i “se” e i “ma” possibili.

I Battisti rumeni accolgono i rifugiati ucraini

La Romania condivide un confine di 613 chilometri con l’Ucraina e dall’invasione russa circa 400.000 ucraini in fuga dalla guerra sono arrivati ​​nel paese. Se ne aspettano molti di più.

L’Unione battista rumena, una delle più grandi Unioni battiste della Federazione battista europea, ha immediatamente risposto e ha istituito un gruppo di coordinamento che copre l’intero paese.

Emergenza Ucraina. Oxfam: «Non diminuire aiuti ad altri Paesi»

Le ripercussioni globali della crisi ucraina, che già cominciano a farsi sentire ovunque con il rapido aumento dei prezzi di cibo, materie prime ed energia, potrebbero seriamente minare gli sforzi dell’aiuto internazionale in regioni e paesi del mondo colpiti da gravi emergenze umanitarie.

Appello congiunto contro la guerra delle chiese europee protestanti e cattoliche

«Noi, membri del Comitato congiunto del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e della Conferenza di chiese europee (Kek), riuniti a Bratislava per il nostro incontro annuale, facciamo appello ai capi delle Nazioni e alla comunità internazionale affinché facciano tutto ciò che è in loro potere per porre fine all'attuale guerra che sta distruggendo vite e causando indicibili sofferenze». 

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In prima persona, vicini alle popolazioni che soffrono

Domenica 13 marzo il pastore evangelista Ivano De Gasperis, e i giovani Raoul e Gioele, sono partiti con il pulmino della chiesa battista di Trastevere, carico di cibo a lunga conservazione e medicine, per l’Ucraina.

Ortodossi rumeni e bulgari contro la guerra

«Preghiere ma soprattutto opere buone»: rimboccandosi le maniche della sua tonaca, padre Georgian Paunoiu non ha aspettato a portare «un po' di conforto e speranza» alle vittime ucraine dell'aggressione russa.

Ma al di là della sua compassione, una domanda assilla questo religioso di Bucarest, come molti preti rumeni e bulgari: come hanno fatto russi e ucraini, ortodossi come lui, a trovarsi faccia a faccia in questa guerra che semina «sofferenza»?

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