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Il Consiglio ecumenico delle chiese in visita in Ucraina si offre come piattaforma di dialogo

Raccolta la disponibilità delle chiese ortodosse oggi in conflitto a causa della guerra a incontrarsi per tentare di sanare una delle tante ferite dovute al conflitto

Una delegazione del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) è stata in visita in Ucraina dal 10 al 12 maggio per rinnovare le relazioni con le chiese e le organizzazioni religiose e per esplorare le possibilità di sforzi congiunti per raggiungere una pace giusta.

La delegazione era composta dal vescovo Heinrich Bedford-Strohm, moderatore del Comitato centrale del Cec, dall' arcivescovo Vicken Aykazian, vice-moderatore del Comitato centrale del Cec e dal pastore Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio ecumenico. La delegazione era accompagnata da Peter Prove, direttore della Commissione delle Chiese per gli Affari Internazionali sempre, del Cec e dal professor Vasile-Octavian Mihoc, responsabile del programma del Cec per le relazioni ecumeniche.

La delegazione ha incontrato gli alti dirigenti della Chiesa ortodossa ucraina (Uoc) e della Chiesa ortodossa di Ucraina (Ocu), due chiese la cui disputa annosa si è intensificata dopo l'invasione russa. L'Uoc ha dichiarato la propria indipendenza dal Patriarcato di Mosca, a cui era precedentemente affiliata, mentre l'Ocu - a cui è stata concessa l'autocefalia dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli - ha chiesto l'adesione al Cec. La delegazione in visita ha confermato la disponibilità del Cec a ospitare discussioni tra le due Chiese per la risoluzione delle questioni che le separano.

Sia il metropolita Anthony, cancelliere dell'Uoc, sia il metropolita Epifaniy, primate dell'Ocu, hanno dato chiari segnali della loro disponibilità al dialogo. Questa apertura offre un segno di speranza per sanare una delle tante ferite e divisioni che questo tragico conflitto ha approfondito.

«Le Chiese sono chiamate a svolgere un ruolo nella guarigione di queste ferite, nel porre fine a questa guerra illegale e immorale e nel promuovere una pace giusta per i popoli dell'Ucraina, della regione e del mondo – recita il comunicato pubblicato dal Consiglio ecumenico delle chiese-. Questo messaggio è stato sottolineato anche negli incontri con i membri del Consiglio ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose (Uccro) e con il Ministro ucraino della Cultura e della Politica dell'Informazione Oleksandr Tkachenko».

Il programma della delegazione del Cec prevedeva una visita alla Lavra di Kyiv Pechersk, uno dei luoghi più sacri del cristianesimo ortodosso nella regione e non solo, che è diventata un punto di rottura per le tensioni tra l'Uoc e l'Ocu e per le preoccupazioni relative alla libertà e ai diritti religiosi nel contesto delle misure governative mirate a rimuovere le istituzioni e la comunità monastica dell'Uoc dalla Lavra.
«Soprattutto in questo periodo di guerra, con l'Ucraina che affronta l'invasione del suo territorio da parte delle forze russe, il popolo ucraino ha bisogno di unità, non di divisione. L'armonia tra le comunità religiose dell'Ucraina è un elemento essenziale per l'unità nazionale che questa crisi richiede. Il Consiglio ecumenico è ansioso di lavorare con le Chiese e con il governo dell'Ucraina per promuovere questa unità e ridurre le divisioni e la disunione tra i fedeli» si legge ancora nel comunicato.
A questo proposito, il segretario generale del Cec Jerry Pillay ha espresso gratitudine e apprezzamento per l'accordo di principio indicato dai rappresentanti dell'Uoc e dell'Ocu, con cui la delegazione si è incontrata, di partecipare alle tavole rotonde di dialogo che saranno convocate dal Consiglio ecumenico. Il Cec procederà ora con i lavori per una prima tavola rotonda di dialogo nel corso dell'anno.

La delegazione ha proseguito il suo pellegrinaggio in Ucraina con un culto ecumenico a Bucha, una comunità da cui sono emerse notizie di terribili atrocità commesse durante l'occupazione russa della zona.

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