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Giornalisti italiani «bloccati» a Kiev

L’associazione Articolo 21 appoggia la richiesta de il manifesto di un intervento del ministero degli Esteri e l’immediata concessione del visto ai cronisti

L’associazione Articolo 21 liberi di… sostiene la richiesta di un intervento del ministero degli Esteri e l’immediata concessione del visto ai cronisti «fermati», lanciata dal quotidiano Il Manifesto. Tre cronisti italiani sono in stato di fermo in Ucraina. Le autorità stanno esaminando dal 7 febbraio i loro documenti.

Andrea Sceresini e Alfredo Bosco operano da anni in quel territorio dal 2014. Si è poi aggiunto il caso di Salvatore Garzilli, impossibilitato a entrare in Ucraina nonostante l’accredito. «Si tratta - ha ricordato l’ex presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Fnsi e fondatore di Articolo 21, Giuseppe Giulietti - di cronisti autorevoli, competenti, che, forse, hanno il torto di non avere indossato elmetti e divise e di aver semplicemente raccontare quello che vedono, senza cedere alle contrapposte retoriche. Di professionisti che, da anni, inviano corrispondenze per diverse testate da Rainews a Rai 3 , dall’ Ansa a La 7 , da Fanpage a Mediaset , dal Fatto a Il Manifesto . L’ampiezza e la diversità delle collaborazioni conferma la serietà, il rigore, il generale apprezzamento per la qualità del loro lavoro». Chi e perché ha deciso di fermarli? Giulietti su Il Manifesto : «Una domanda senza repliche, già rivolta dallo stesso giornale e da Vincenzo Vita, presidente dei garanti dell’associazione Articolo 21. La loro legale, Alessandra Ballerini, ha inviato una lettera aperta al ministero degli Esteri e alle associazioni dei giornalisti.

«Facciamo nostro il suo appello e sosteniamo la richiesta di un intervento del ministero degli Esteri e l’immediata concessione del visto ai cronisti “fermati” e che, invece di rientrare e di sfuggire a ogni grana, hanno deciso di restare a Kiev e di pretendere di poter esercitare il diritto di cronaca. Tra le accuse che circolano, anche quella di “essere collaboratori del nemico”. Ci risiamo - prosegue Giulietti - con la lista dei putiniani? Chiunque esprima un pensiero critico o si limiti, addirittura, a riportare gli appelli del Papa per la pace è dunque una potenziale spia?
Dal momento che l’Italia è alleata con l’Ucraina […], è lecito chiedere al nostro governo di reclamare l’immediato rilascio dei tre cronisti? […]» Giulietti, infine, chiede verità e giustizia per l’uccisione di due giornalisti in Ucraina, Andrea Rocchelli e Andrey Mironov».

La testimonianza di Salvatore Garzilli in video, Clicca qui .

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