Ricerca e consulta tutti gli articoli fino a luglio 2023

Questo archivio raccoglie articoli storici del nostro sito, conservando una preziosa testimonianza delle notizie e degli eventi passati.
Come utilizzare il modulo di ricerca
Il nostro modulo di ricerca è uno strumento potente che ti permette di esplorare l'archivio in modo facile e intuitivo. Puoi cercare gli articoli utilizzando diversi criteri:
  • Inserisci parole chiave o frasi specifiche per trovare articoli che trattano gli argomenti di tuo interesse.
  • Se stai cercando articoli scritti da un autore specifico, puoi inserire il suo nome per visualizzare tutte le sue pubblicazioni presenti nell'archivio.

La Chiesa luterana del Perù chiede la fine della repressione e le dimissioni di Boluarte

In una lettera inviata alla presidente della Repubblica i luterani lamentano la violenza della repressione e la crisi della democrazia

La Chiesa luterana del Perù ha rilasciato una dichiarazione firmata dal suo presidente, il pastore Pedro Bullón, in cui si chiede alla presidente della Repubblica Dina Boluarte «in nome di Dio e del dolore delle famiglie e delle comunità che sono state profondamente colpite dalla morte dei loro cari: fermate la repressione e dimettetevi subito!»

I luterani peruviani ricordano che due mesi fa hanno accolto con favore l'inizio del suo mandato di presidente della Repubblica e il suo appello alla più ampia unità di tutti i peruviani. In quell'occasione, hanno affermato che l'agenda del nuovo governo avrebbe dovuto includere la convocazione di elezioni generali, la promozione delle riforme necessarie per rafforzare le istituzioni democratiche e il pieno rispetto dei diritti umani, dando priorità alle richieste più urgenti della popolazione.

Secondo un rapporto al 5 febbraio 2023, 47 civili sono stati uccisi nelle proteste, altri 11 in incidenti correlati e un poliziotto ha perso la vita. Allo stesso modo, 1229 persone sono state ferite, più di 700 sono detenute dalla polizia, la maggior parte delle quali sottoposte a trattamenti inumani e degradanti. La protesta sociale è criminalizzata, così come le varie espressioni di solidarietà.

«Signora presidente, chiedere le sue dimissioni non ci rende terroristi o complici di coloro che ricorrono al vandalismo per avanzare le loro richieste o per screditare la protesta. Rifiutiamo la violenza in tutte le sue forme, e in particolare quella che, come ha detto recentemente il nunzio apostolico Paolo Rocco, “spesso nasconde un'altra violenza più insidiosa, che è quella di chi disprezza il diverso, soprattutto quando le sue richieste ledono in qualche modo i suoi interessi"».

La lettera si conclude affermando «che la sua permanenza al potere, signora presidente, sta viziando quel poco che è rimasto di democrazia, ed è funzionale a coloro che nel Congresso la sviliscono».

Tags:

Interesse geografico: