Uno strumento storico per l'alfabetizzazione biblica
07 febbraio 2023
Una nuova edizione, con testo a fronte del “Piccolo” e del “Grande” Catechismo di Lutero
Una decina di anni dopo la pubblicazione delle famose 95 tesi sulle indulgenze (1517) e l’inizio del movimento di riforma della Chiesa, in Sassonia a vari livelli ci si rese conto che l’organizzazione della vita ecclesiastica era ancora molto carente da molti punti di vista. Sotto l’aspetto dottrinale c’era il rischio che ogni predicatore andasse per conto suo, interpretando talora in modo troppo aperto la forte affermazione della libertà del cristiano; anche la preparazione dei pastori non era sufficientemente accurata. Per questo motivo, venne dato a Lutero, e poi a una commissione (e questo è molto protestante), l’incarico di compiere un viaggio per visitare le varie comunità per rendersi conto della situazione e cercare di porre dei rimedi adeguati.
Il riformatore stesso si esprime con parole molto forti nel descrivere la realtà che ha incontrato: «Buon Dio, quanta miseria ho visto!», scrive Lutero: «L’uomo comune non sa nulla della dottrina cristiana, in particolare nei villaggi, e purtroppo molti pastori sono quasi inetti e incapaci di insegnare; e tuttavia, tutti si devono chiamare cristiani, devono essere battezzati e ricevere i santi sacramenti, ma non conoscono il Padre Nostro, il Credo né i Dieci Comandamenti. Vivono come il buon bestiame e le scrofe irragionevoli; ma dove l’evangelo è giunto, hanno ben imparato ad abusare magistralmente di ogni libertà». È convinzione di Lutero che la responsabilità di questa situazione sia da attribuirsi in primo luogo ai vescovi che hanno trascurato la loro missione e su di essi pende il giudizio di Dio perché essi hanno maggiormente curato le loro leggi e tradizioni umane invece di curare che il popolo loro affidato conoscesse la parola di Dio. Della bassa qualità dei pastori, poi, è testimonianza il fatto che circa un quarto di loro dovette essere allontanato dal ministero per manifesta inettitudine.
Per tutti questi motivi, il riformatore di Wittenberg sente la necessità di fornire ai pastori degli strumenti agili e nello stesso tempo completi che li aiutino nel poderoso sforzo che li attende di alfabetizzazione biblica del popolo. Nascono così nel 1529, praticamente in contemporanea, l’Enchiridion (= manuale), ovvero il Piccolo Catechismo per pastori e predicatori inesperti e il Catechismo Tedesco, conosciuto come il Grande Catechismo, destinato ai dotti. Con il termine “predicatori inesperti” Lutero indica quelli che conoscono, oltre al tedesco, solo il latino; mentre sono definiti “dotti” coloro che padroneggiano anche l’ebraico e il greco. E già questa distinzione mostra come sia centrale per la Riforma la conoscenza del testo biblico nelle lingue originali. Queste due opere ottennero un notevole successo e furono subito considerate così importanti da essere inserite nel 1580 nel cosiddetto Libro di Concordia, che raccoglie gli scritti fondamentali del cristianesimo luterano. E del resto, Lutero stesso li considerò tra le sue opere a cui era più affezionato.
Non sono però questi gli unici strumenti che Lutero ha approntato in quegli anni. Voglio ricordare le Kirchenpostille, cioè delle spiegazioni del testo biblico parola per parola, che, seguendo il lezionario per le varie stagioni dell’anno, aiutava i pastori a preparare le loro predicazioni. La parola “postilla” deriva dal latino post illa verba textus, che significa “dopo queste parole del testo”.
Ora la casa editrice Claudiana propone una seconda edizione sia del Piccolo sia del Grande Catechismo, dopo che questi erano comparsi nel 1998, sempre magistralmente curati dal prof. Fulvio Ferrario, come numero uno della collana Lutero. Opere Scelte. La nuova edizione aggiunge il testo tedesco a fronte, facendo di questa un’eccellente opera di studio. Inoltre il testo dell’Enchiridion è corredato dall’aggiunta del Libretto sul matrimonio e del Libretto sul battesimo, qui presentati in italiano per la prima volta.
È con grande piacere che ho ripreso in mano questo testo, con le sue note illuminanti e con l’introduzione di Ferrario che fa entrare il lettore nel pieno della battaglia per la Riforma. Scrive Ferrario: «Per la Riforma, l’idea medievale secondo cui la pratica del Sermone sul Monte, nella sua integrità, è riservata ai religiosi, mentre il laicato vivrebbe una sorta di discepolato in “formato ridotto”, dev’essere superata mediante la presentazione e l’adozione di uno stile di vita che permetta alle istanze evangeliche di farsi largo fin nelle pieghe della vita quotidiana di ogni laico e di ogni laica, e questo intendono fare i Catechismi. L’aderenza al contesto, tuttavia, è solo una delle caratteristiche fondamentali di quest’impresa; l’altra è costituita dalla straordinaria nitidezza dell’impianto teologico» (p. 38).
* Martin Lutero, Il Piccolo Catechismo (1529). A cura di Fulvio Ferrario, Opere scelte 1.1. Torino, Claudiana, 2022, pp. 179, euro 24,00; Il Grande Catechismo (1529). A cura di Fulvio Ferrario, Opere scelte 1.2,. Torino, Claudiana, 2022, pp. 416 euro 35,00.