Le Chiese si prodigano in cure e preghiere dopo il terremoto in Turchia e Siria
07 febbraio 2023
Migliaia di morti e feriti. Devastazioni nella regione culla della cristianità
Lo sconvolgente terremoto che ha devastato Turchia e Siria costringe ad un tragico aggiornamento costante del numero delle vittime, che al momento sono già almeno 5 mila. Ma si tratta di un numero destinato ancora a crescere notevolmente. Una catastrofe immane, e proseguono scosse intense mentre i soccorsi tentano di organizzarsi pur fra mille difficoltà, nella speranza di estrarre dalle macerie dei superstiti.
L'epicentro si trovava a circa 26 km a est della città turca di Nurdagi, a una profondità di circa 18 km sulla faglia dell'Anatolia orientale. Il sisma si è irradiato verso nord-est, portando devastazione nella Turchia centrale e in Siria.
Si tratta di un’ampia regione che potremmo definire la culla della cristianità , i luoghi dove proprio la parola “cristiani” fece la sua comparsa per la prima volta. Sono questi infatti i luoghi della predicazione di Paolo di Tarso , e proprio Tarso è una delle città colpite.
In queste terre hanno vissuto Maria e l’evangelista Giovanni . Devastata anche la città di Antiochia , dove si riunivano i primi cristiani, a partire da Pietro e dallo stesso Paolo, “l’apostolo delle genti”. Proprio Antiochia divenne la sede di uno dei quattro patriarcati cristiani iniziali, insieme a Roma, Alessandria e Costantinopoli. La chiesa nota come “Grotta di san Pietro” , scavata nel monte Stario a una profondità di circa 13 metri sarebbe intatta, ma l’intera area circostante appare devastata.
«Nel mezzo della morte e del trauma causato da questo terribile evento, uniamo le nostre intercessioni, pregando che il Dio della Vita conforti coloro che hanno perso i loro cari e dia forza a coloro che sono coinvolti nelle azioni di solidarietà con le vittime», ha detto il pastore Jerry Pillay , segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).
Pillay ha aggiunto: «Trasmettiamo le nostre preghiere alle vittime e alle loro famiglie, così come alle chiese e alle comunità locali in Siria e in Turchia che stanno mobilitando le loro reti per aiutare le loro sorelle e i loro fratelli».
La presidente del consiglio dell' Ekd , la Chiesa evangelica in Germania, Annette Kurschus, chiede aiuto per le vittime del terremoto: «Ora è importante mostrare solidarietà e aiutare il più possibile. La situazione disperata in cui si trova attualmente la gente del posto mi tocca il cuore. Penso anche nella preghiera alle famiglie delle persone decedute e dei molti dispersi e feriti». Questa regione e tutti coloro che vi abitano stanno già attraversando un momento difficile a causa di gravi problemi economici e politici.
Il fatto che anche la popolazione locale sia stata colpita da questo disastro «è spaventoso», ha aggiunto la presidente Kurschus: «L'immediata disponibilità della comunità internazionale ad aiutare è molto più di un segnale confortante. Siamo in costante scambio con i nostri partner sul campo e siamo pronti a fornire tutto il supporto di cui hanno bisogno in questo momento difficile».
L'Agenzia missionaria presbiteriana, il braccio sociale della Chiesa presbiteriana statunitense (PcUsa), si è messa in contatto con i partner dell'area, e chiede ai presbiteriani di pregare per coloro che sono stati colpiti dal sisma e dalle sue scosse di assestamento.
Attraverso una risposta coordinata sono stati contattati il Sinodo evangelico nazionale di Siria e Libano, il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, il Forum per lo sviluppo, la cultura e il dialogo e la Fellowship of Middle East Evangelical Churches.
«Ho contattato le quattro diverse entità per invitarle a richiedere una sovvenzione di solidarietà, che è la nostra procedura», ha dichiarato la pastora Laurie Kraus , direttora dell'Impegno Umanitario ed Ecumenico Globale per i ministeri di Pace e Giustizia della Missione presbiteriana. «La PcUsa è profondamente grata di avere relazioni così forti e a lungo termine nella regione, in modo da poter essere solidali con loro mentre rispondono a questa crisi».
L’agenzia stampa Nev – Notizie evangeliche rende conto della parole della Conferenza delle chiese europee (Kek). In una lettera indirizzata al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e a Michel Abs, segretario generale del Consiglio delle chiese del Medio Oriente, la Kek a nome delle chiese di tutta Europa ha parlato di «profondo dolore». «I cristiani europei stanno ricordando e pregando per coloro che sono morti e per i sopravvissuti», ha affermato nella lettera il segretario generale della Kek, Jørgen Skov Sørensen. «I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con il popolo della Turchia e della Siria in questo momento molto difficile mentre cercate di aiutare i feriti, le persone in lutto e dare rifugio ai senzatetto», si legge nella lettera.
L’agenzia della Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha poi contattato il pastore Riad Jarjour della Chiesa riformata di Siria e Libano, presidente del Forum per lo sviluppo, la cultura e il dialogo (Fdcd) di Beirut, con cui la Federazione delle chiese evangeliche in Italia collabora nell’ambito del progetto dei corridoi umanitari per i profughi siriani.
Ecco qui di seguito il suo appello: «Registro questo messaggio poiché diverse persone chiedono informazioni sul terremoto. Prima di tutto, abbiamo sentito il terremoto qui in Libano, molto forte, ha ricordato a molti di noi l’esplosione al porto del 2020. Ad ogni modo, il Libano non è stato molto colpito, mentre l’impatto maggiore è ovviamente nel sud della Turchia e come avete sentito è molto forte nel nord del Paese e anche nelle zone costiere in Siria, Latakia, Tartus e anche Aleppo.
Ad Aleppo la situazione è tragica: molte case sono crollate, tantissime persone morte, ce ne sono ancora molte sotto le macerie, una chiesa è crollata, così come moltissimi altri edifici. Molte persone hanno bisogno di un riparo, di cibo, igiene, assistenza sanitaria e coperte: queste sono le cose che le persone ci chiedono se possiamo fornire.
Una situazione simile è a Tartus e a Latakia. Vedremo come possiamo aiutare; i nostri colleghi e amici sono anch’essi gravemente colpiti. […] Possa Dio avere misericordia di coloro che sono morti e di tutti noi. Grazie per la vostra preoccupazione, le vostre preghiere e il vostro sostegno».
Foto da travelmole.com