Verso Karlsruhe. In nome della giustizia climatica
24 agosto 2022
A fine agosto, l’Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese apre le porte a 4.500 persone da tutto il mondo. Il Segretario generale ad interim, padre Ioan Sauca, ha sottolineato l’importanza dell’impegno per il clima
Fervono i preparativi per l’11ª Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) che si svolgerà dal 31 agosto all’8 settembre a Karlsruhe, in Germania. 4.500 persone da tutto il mondo si riuniranno sul tema “L’amore di Cristo muove il mondo alla riconciliazione e all’unità”.
Un denso programma, accompagnato nelle ultime settimane, ma anche negli ultimi mesi, da numerose iniziative preparatorie.
Grande attenzione è data al tema dei cambiamenti climatici. Proprio su questo è intervenuto il Segretario generale ad interim, padre Ioan Sauca, in una recente intervista. Sauca ha sottolineato l’importanza dell’impegno per il clima: «Se non cambiamo il nostro comportamento, tra 50 anni il nostro pianeta sarà inabitabile. Dobbiamo agire ora». Il leader del Consiglio ecumenico infatti, in vista dell’assemblea in Germania, intende mobilitare l’azione per la giustizia climatica. È necessario prendersi cura del creato, ha affermato. All’assemblea, ha aggiunto: «Verrà chiesto ai leader di agire ora per prendersi cura del nostro pianeta comune, la Terra».
La prima plenaria tematica dell’incontro si terrà il 1° settembre, giorno in cui le Chiese di tutto il mondo celebrano il Tempo del Creato, periodo liturgico che si celebra in tutto il mondo e che inizia in concomitanza di questo importante evento mondiale. «L’enfasi sulla creazione sarà molto evidenziata in questa prima plenaria – ha detto Sauca -. È una questione teologica. Il piano di Dio in Cristo era anche la riconciliazione e la guarigione dell’intera creazione».
Sauca ha inoltre annunciato che a Karlsruhe ci saranno messaggi di leader cristiani mondiali, tra cui il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I e papa Francesco.
Nell’intervista, inoltre, si parla degli sforzi del CEC per inserire la questione della giustizia climatica nell’agenda mondiale, dalla conferenza sul clima COP21 di Parigi nel 2015 alla COP26 di Glasgow nel 2021, e in altri contesti istituzionali e religiosi. Il CEC, ha detto ancora il Segretario, «si occupa della creazione non come una questione di moda del nostro tempo, ma come un elemento fondamentale della sua stessa identità». Il CEC inoltre è l’unica organizzazione basata sulla fede che ha avuto una presenza permanente nel processo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ha osservato Sauca, ed è stato presente a tutte le conferenze sul clima delle Nazioni Unite dal Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992. Tuttavia, il CEC ha svolto un ruolo di primo piano nell’evidenziare i pericoli per l’ambiente anche prima del vertice di Rio, ha detto Sauca. E ha citato la Conferenza mondiale sulla scienza e la tecnologia per lo sviluppo umano che lanciò, nel 1974, un appello per una «società sostenibile e giusta». Nel 1979, poi, la conferenza presso il Massachusetts Institute of Technology negli Stati Uniti, portò già gli avvertimenti sui cambiamenti climatici dovuti all’accumulo di anidride carbonica.
Intorno all’Assemblea di Karlsruhe sono moltissime le questioni aperte: dall’Ucraina agli altri conflitti in corso. Dalla decisione di non sospendere la Chiesa ortodossa russa da membro del CEC, alla denuncia della situazione vista come “una guerra illegale e ingiustificabile inflitta al popolo e allo Stato sovrano dell’Ucraina”. Su Israele e Palestina, Sauca ha toccato molti dei nodi in essere, e ha concluso: “Speriamo che un giorno questi due popoli possano convivere insieme sulla via della pace, della riconciliazione, della pace giusta”.