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La Convenzione battista del Sud ha chiesto perdono ai sopravvissuti agli abusi sessuali

Durante la riunione annuale della Sbc negli Stati Uniti è stata approvata una risoluzione che dà priorità alla protezione dei sopravvissuti piuttosto che alla difesa della «reputazione dell’istituzione»

Con la Risoluzione n. 6 (On Lament and Repentance for sexual abuse) votata nel corso della riunione annuale della Convenzione battista del Sud (Sbc) tenutasi ieri ad Anaheim, in California, i battisti hanno espresso pubblicamente pentimento per il danno che le loro «azioni e inazioni hanno causato ai sopravvissuti agli abusi sessuali».

L'atto giunge dopo l'esplosione il mese scorso dello scandalo delle violenze all'interno della denominazione, che sarebbero state coperte per decenni dai vertici della Sbc, accusati di non aver mai denunciato i pastori e i suoi membri responsabili degli atti. 

Il rapporto, condotto da una società di indagini esterna, Guidepost Solutions, e reso pubblico dalla task force sugli abusi sessuali della Sbc, rivela un insensibile disprezzo per i sopravvissuti agli abusi e un impegno implacabile a proteggere la denominazione dalle responsabilità.  

I delegati, durante il secondo rapporto del Comitato per le Risoluzioni, hanno convenuto che l’abuso sessuale è un abominio davanti a Dio che addolora Cristo, si allontana dai comandamenti della Scrittura, viola l’immagine di Dio e «causa danno a coloro che sono affidati alla cura e alla protezione della Chiesa»

La Risoluzione afferma che l’abuso sessuale perpetrato dai leader pastorali o dai membri della chiesa è una violazione della sacra fiducia verso i leader pastorali, e l’abuso sessuale nella chiesa è un fallimento della testimonianza personale e pubblica.

I battisti hanno denunciato «nei termini più forti possibili ogni istanza di abuso sessuale, coloro che perpetrano abusi» e coloro che cercano di difendere o proteggere i colpevoli.

La Sbc si è scusata e ha chiesto perdono ai sopravvissuti agli abusi sessuali per non essere stati capaci di prendersi cura di loro, per non aver ritenuto responsabili i perpetratori e per non aver dato priorità alla protezione e alla giustizia per i sopravvissuti rispetto alla “reputazione delle nostre istituzioni».

«Ci sforziamo in preghiera di eliminare tutti i casi di abuso sessuale tra le nostre chiese», si legge nella risoluzione.

In un’altra risoluzione, i battisti hanno incoraggiato i legislatori di ogni stato ad approvare leggi che forniscano definizioni e classificazioni coerenti degli abusi sessuali da parte dei pastori.

«Leggi e codici di deontologia professionale in molti stati vietano i rapporti sessuali tra professionisti come medici, psichiatri, avvocati e i loro pazienti/clienti, anche con il consenso, perché la posizione di autorità ricoperta dal professionista crea una malsana opportunità di abuso», ha detto i delegati, aggiungendo che i pastori dovrebbero essere tenuti a uno standard almeno pari a quello dei professionisti secolari.

I battisti, inoltre, hanno chiesto ai legislatori di approvare leggi che proteggano le chiese dalla responsabilità civile quando condividono informazioni su presunti abusi con altre organizzazioni o istituzioni.

Sebbene l’autonomia della chiesa locale (congregazionalismo) sia un elemento distintivo battista, i delegati hanno affermato che è «importante e biblico» sviluppare una cultura di trasparenza e responsabilità reciproca tra le chiese «in modo che sia chiaro che le nostre chiese non sono luoghi in cui i predatori possano nascondersi».

«Sosteniamo le azioni che proteggono gli innocenti all’interno delle chiese della Convenzione Battista del Sud dai lupi travestiti da pastore, e quelle che autorizzano le chiese a denunciare casi di abuso alle autorità competenti senza timore di responsabilità civile», afferma la risoluzione.

 
Foto: Karen McCutcheon - BaptistPress

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