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La Chiesa d’Inghilterra disinveste dalle società russe

La decisione è stata presa a seguito della condanna dell’attacco russo all’Ucraina da parte di figure di spicco della Comunione anglicana. Intanto si rinnova l’appello alla preghiera  

Mentre le cattedrali hanno iniziato ad illuminarsi con i colori della bandiera ucraina e le comunità hanno pregato per la pace in Ucraina, la Chiesa d’Inghilterra ha annunciato di aver preso la decisione di disinvestire nelle società russe.

Un portavoce ha affermato che giovedì scorso – a seguito della condanna dell’attacco russo da parte degli arcivescovi di Canterbury e di York, figure di spicco della Chiesa anglicana –, i Church Commissioners e il Pensions Board della Chiesa d’Inghilterra hanno incaricato i gestori patrimoniali di vendere le loro “partecipazioni dirette” in società russe.

Non sono stati forniti dettagli sulle società russe o il valore esatto delle partecipazioni. Ma si stima che i Church commissioners e il Pension Board detengano un portafoglio di circa 13 miliardi di sterline. L’annuncio affermava che l’importo detenuto in società russe prima di questa decisione costituiva circa lo 0,16% – circa 21 milioni di sterline – del totale.

Domenica scorsa, la guglia della cattedrale di Rochester e altri edifici sono stati illuminati con il blu e il giallo della bandiera ucraina. La torre ottagonale della Cattedrale di Ely sarà così illuminata fino a giovedì prossimo, durante le preghiere speciali organizzate per le ore 18. 

Giovedì scorso, in una lettera pastorale, gli arcivescovi di Canterbury e di York hanno ribadito che l’invasione è un «atto malvagio» che ha «giustamente provocato indignazione, sanzioni e condanne».

«Manifestiamo cordoglio al popolo ucraino – si legge nella lettera – e preghiamo per gli innocenti, coloro che sono spaventati e coloro che hanno perso i propri cari, la casa e la famiglia. Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco e il ritiro delle forze russe, nonché sforzi ad ampio raggio per garantire pace, stabilità e sicurezza».

Il vescovo anglicano in Europa, il dottor Robert Innes, in un video postato su Facebook venerdì scorso, ha affermato che «le persone nella nostra piccola chiesa a Kiev sono proprio al centro di questa crisi… Di fronte all’azione militare e all’aggressione, ci sentiamo impotenti. Cosa possiamo fare? Una cosa che tutti possiamo fare è pregare».

L’arcivescovo di York ha parlato del valore della preghiera in tali situazioni: «Preghiamo perché crediamo che la grazia di Dio abbia l’ultima parola, non gli orrori del peccato, non la morte. Intervenendo ad un dibattito d’emergenza alla Camera dei Lord, l’arcivescovo ha condannato il «disprezzo del legittimo diritto del popolo ucraino all’autodeterminazione” e ha affermato: «Gli orrori che hanno colpito l’Ucraina devono essere un campanello d’allarme per noi che la pace è qualcosa su cui devi lavorare».

Giovedì scorso, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha dichiarato: «Le conseguenze umanitarie sulle popolazioni civili saranno devastanti». La Croce Rossa britannica, l’Unicef, Depaul International e World Vision sono tra gli enti di beneficenza che hanno lanciato appelli di crisi per le persone colpite dalla guerra. Anche Christian Aid ha chiesto il cessate il fuoco immediato e ha esortato il governo del Regno Unito a sostenere gli sforzi umanitari e ad accogliere le persone vulnerabili in fuga dal conflitto.

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