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Camion contro il vaccino

La protesta degli autotrasportatori canadesi minaccia di espandersi

All’inizio della protesta, il 29 gennaio, sembrava trattarsi di una delle tante manifestazioni di opposizione agli obblighi sanitari, come se ne sono viste in tutto il mondo. Ad essere onesti, non possiamo ancora dichiarare che si tratti necessariamente di qualcosa di diverso, ma senz’altro gli eventi si stanno prolungando più del previsto e stanno trovando una risonanza notevole.

Da metà gennaio sia gli Stati Uniti sia il Canada hanno imposto l’obbligo di vaccinazione per gli autotrasportatori che attraversano il confine. Questo ha fatto impennare il risentimento di un discreto numero di questi autisti, che verso la fine del mese hanno deciso di organizzare il Freedom Convoy, traducibile come “convoglio della libertà”, un nome che già fa intuire il senso dell’azione, ovvero la visione dell’imposizione del vaccino come una grave invasione della libertà personale. Un tema per niente nuovo: in occasione del Giorno della Memoria raccontavamo di chi in Italia paragona gli obblighi sanitari alle persecuzioni naziste.

Ma la protesta canadese sembra aver preso uno slancio diverso. I camionisti coinvolti hanno raggiunto la capitale Ottawa e sono ancora attivi nella città: il traffico è nel caos da giorni e le autorità locali non riescono a disperdere la protesta. Molto complesso, in effetti, disperdere una folla di camion bloccati sulle strade di una città. I mezzi coinvolti, in totale, sarebbero poco più di 400, un numero quindi piuttosto basso (immaginiamo i manifestanti a piedi, in una piazza), ma molti si sono portati dietro famiglia e bambini, la cui sicurezza sanitaria è un ulteriore motivo di preoccupazione, tra esposizione al freddo e ai gas di scarico. Nel frattempo, però, la protesta si è allargata. Le ultime notizie arrivano dall’Ambassador Bridge, il principale collegamento stradale tra Usa e Canada, bloccato almeno per qualche ora dai manifestanti. La situazione ora sembra essere tornata alla normalità e ci sono stati degli arresti, legati proprio alla violazione delle norme sanitarie.

La questione cruciale, ora, è che l’iniziativa sembra aver ispirato azioni simili nel resto del mondo. Ad esempio nei vicini Stati Uniti, come in Australia, in Nuova Zelanda e anche in Europa, dove ora Bruxelles, luogo centrale dell’UE, sarebbe nel mirino dei manifestanti.

Come notano molti osservatori, molto spesso a questi movimenti si accosta l’estrema destra dei paesi coinvolti. Nel complesso non c’è una sovrapposizione precisa tra oppositori del vaccino e simpatizzanti di quest’ala politica, ma sono senza dubbio due mondi che nel corso della pandemia si sono guardati molto da vicino (non è esclusa l’Italia). In particolare, gli attivisti e i politici di destra stanno soffiando molto sul fuoco dello scetticismo verso il vaccino e in generale delle teorie del complotto legate alla pandemia. Forse lo fanno anche per farlo sembrare un movimento più ampio e rumoroso di quanto non sia, come suggerisce una recente ricerca, secondo la quale molta della disinformazione in merito sui social, arrivi da pochissimi utenti molto attivi. Sappiamo però che, tra chi rifiuta il vaccino, ci sono persone molto diverse tra loro, alcune per niente vicine all’estrema destra. Anche dal punto di vista organizzativo, non sembra trattarsi di un vero e proprio movimento organizzato.

Ma la realtà dei fatti rischia di contare poco, se la si manipola in modo sufficientemente aggressivo. In Canada l’estrema destra è un soggetto molto secondario, che finora non ha avuto modo di emergere in modo davvero incisivo. Ma sotto al confine la situazione è molto diversa. Molte visioni dell’estrema destra statunitense sono uscite dalla nicchia durante l’amministrazione Trump e ora sono parte integrante della politica repubblicana, spesso mescolate con teorie del complotto e disinformazione feroce. Secondo Time, la vicinanza delle elezioni di midterm, ovvero quelle che a due anni dalle presidenziali ridefiniscono il Parlamento e alcuni governatori, sta portando i repubblicani a cavalcare lo scetticismo al vaccino, puntando soprattutto sul concetto della libertà di scelta (un concetto che in altri ambiti viene invece duramente osteggiato da quegli stessi esponenti politici). L’attacco al vaccino, quindi, è diventata l’arma ideale per raccogliere i voti locali americani. Ma anche questa tendenza è destinata a diffondersi?

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