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Pnrr: la Regione Piemonte sceglie Stupinigi per il “Bando borghi”

Una scelta che non soddisfa enti e amministrazioni locali

Sarà la palazzina di Stupinigi l’oggetto di ristrutturazione e valorizzazione a valere sulla misura 2.1 «Attrattività dei Borghi» del Pnrr: la Giunta regionale piemontese ha espresso la sua scelta attraverso una delibera che permette quindi di destinare alla struttura i 20 milioni stanziati per ogni regione  con l’obiettivo di creare dei poli di interesse turistico-culturali capaci di stimolare anche il ripopolamento. L’intervento riguarderà sia la palazzina che il borgo circostante, attraverso la creazione di una cittadella adiacente con negozi, attività artigianali e commerciali. Una scelta che però non convince gli enti e le amministrazioni  locali che avrebbero preferito realtà più marginali nell’ottica di un bando che, almeno in teoria, dovrebbe puntare alla rigenerazione globale delle cosiddette aree interne, come spiega Alberto De Rossi, docente del Politecnico di Torino ed esponente dell’associazione Riabitare l’Italia: «Premesso che non abbiamo nulla contro la valorizzazione del complesso di Stupinigi, il bando in questione dovrebbe rispondere a questioni molto diverse e riferirsi ad aree marginali, poco conosciute, che avrebbero così l’occasione di incrementare la propria valorizzazione. In questo caso parliamo di un luogo certamente importante, ma che si trova a 11 km da Piazza Castello e che quindi poco ha a che vedere con i termini del bando stesso».

Una questione di merito, quindi, ma anche di metodo, in quanto la scelta, nel caso piemontese, è avvenuta senza l’ascolto dei territori di cui la regione è composta «Ci lascia perplessi il fatto che altre regioni, come ad esempio la Lombardia, abbiano fatto un bando dando alle realtà locali la possibilità di candidare i propri insediamenti, mentre per la Regione Piemonte ha invece prevalso l’imposizione dall’alto di un unico candidato quando erano numerose le realtà che avevano espressamente manifestato l’interesse a usufruire di questa misura, come per esempio le fortificazioni di Fenestrelle ed Exilles » 

La scelta della Regione nasconde però un problema più radicale che si concretizza in una concezione unidimensionale dei borghi e delle aree interne in generale. «Al di là delle scelte opinabili della Regione Piemonte - spiega De Rossi - credo che il problema stia alla base della concezione di questo bando che ha deciso di puntare sulla scelta di un singolo progetto in un’ottica esclusiva di promozione turistica e valorizzazione culturale: un tema sicuramente importante se si vuole ripensare al tema delle aree interne di questo paese, ma non sufficiente. Occorre fare un passo in avanti mettendo al centro il tema dell’abitabilità di questi territori unendo la ricostruzione delle economie locali, all’offerta di servizi e al lavoro sulle comunità. Si tratta di una visione complessa e profonda di cui il turismo dev’essere soltanto uno degli elementi».

Oltre a questo aspetto c’è una carenza strutturale da parte degli enti locali relativa alle possibilità di progettare secondo le autentiche necessità delle aree interne, anche a fronte di cospicui investimenti. «Il Pnrr oggi ci fornisce lo strumento, fino a poco tempo fa neanche immaginabile, di perseguire gli obiettivi di cui sopra - conclude De Rossi - ma arriviamo a questa opportunità con un deficit che è innanzitutto concettuale e culturale, ma anche di infrastrutturazione tecnica: le piccole realtà non sono nelle condizioni di costruire dei progetti innovativi che vadano nella direzione di una reale e piena abitabilità delle aree interne».

 

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