Ci conviene guardare sopra
11 gennaio 2022
«Don’t look up», un film che ci invita a riflettere sui valori e sul nostro futuro, dando spazio al tema della redenzione e ponendo in luce il conflitto intergenerazionale e le grandi contraddizioni della nostra società
Come ci comporteremmo se la comunità scientifica internazionale ci dicesse che la Terra e i suoi ospiti hanno soltanto più sei mesi di vita a causa di una cometa che punta dritta su di essa? Probabilmente come ci racconta Don’t look up di Adam McKay; film difficilmente incasellabile ma che tocca, innegabilmente, nel profondo – lo si trova su Netflix e in alcune sale.
Guardare sopra o non guardare sopra? Così si divide il mondo di McKay. A guardare sopra ci sono gli scienziati e quelli che vedono in loro persone affidabili che hanno studiato e hanno le conoscenze e le capacità per dimostrare le loro teorie, forse utilizzando parole a volte difficili. A non guardare sopra sono invece coloro che non credono alla comunità scientifica internazionale, che preferiscono la superficialità e l’oggi, la via più facile. Ma perché bisogna guardare sopra?
La storia è quella di due scienziati (Jennifer Lawrence e Leonardo Di Caprio) che si trovano a dover comunicare al mondo la sua fine. Ci provano con i canali istituzionali (quelli politici) ma non trovano ascolto ma solo un “attendere e accertarsi” e un mondo meschino, superficiale e corrotto. Il loro “piano B” è allora quello di rivolgersi ai media che li ascoltano sì, ma soltanto dopo aver dato, ampio, spazio a notizie superficiali di gossip.
Poi, la Casa Bianca nella persona della sua presidentessa (una bravissima quanto odiosa Meryl Streep assistita dall’altrettanto bravo e odioso figlio e Capo di gabinetto Jonah Hill), per coprire uno scandalo elettorale, torna sui suoi passi e lancia una grande spedizione, in pieno stile “stelle e strisce”, per distruggere la cometa. E allora ci si aspetta il solito Armageddon; i presupposti ci sono tutti e invece no… arriva un imprenditore/santone del settore informatico-intelligenza artificiale che blocca tutto e dice: «Ci penso io, la distruggo io la cometa, ma a piccoli pezzi perché ci voglio fare un grande business». E, ovviamente, andrà tutto male.
Il film è molto legato alla stretta attualità: concepito prima della pandemia, ha previsto lo scenario che oggi si presenta in buona parte del mondo. Da un lato chi si fida della comunità scientifica, chi segue le indicazioni che vengono fornite, e dall’altro chi, anche di fronte all’evidenza, la nega. Chi, mentre viene intubato continua a dichiararsi fieramente No-vax, sostenendo a oltranza che la pandemia è invenzione, fa il paio con chi nei pochi secondi antecedenti all’impatto della cometa sul pianeta gira la testa dall’altra. Ma la pandemia in atto non è un evento distruttivo come quello raccontato nel film.
Lo è invece il cambiamento climatico. Da quanti anni ci viene detto, inequivocabilmente, che di questo passo la nostra presenza sulla Terra non avrà un futuro a lungo termine a causa dei nostri interventi che stanno fatalmente modificando l’ecosistema e lo porteranno al collasso? Certo qualche piccolo passo lo stiamo facendo ma non è ancora sufficiente.
Il film a tratti riesce a far sorridere, scimmiottando i film catastrofici americani e mette in luce le debolezze dell’uomo: Mindy-Di Caprio infatti si lascia “corrompere” dall’imprenditore/santone, che annulla la missione di salvataggio (all’insegna del motto/tantra «Andrà tutto bene»). Mindy quindi entra in una spirale dalla quale uscirà solo verso la fine della pellicola con una redenzione completa.
Il film è un atto d’accusa alla nostra società dove il denaro, l’arrivismo, l’incompetenza, la superficialità e la mala-informazione (i media ne escono malissimo) la fanno da padrone. C’è la satira, c’è il grottesco, a tratti c’è un realismo incredibile ma c’è anche un momento, alla fine di tutto, di estrema pace e liberazione. Seduti attorno a un tavolo i due scienziati, la famiglia di lui e il fidanzato di lei e il funzionario governativo Teddy che fin dall’inizio ha provato a facilitare i due verso la Casa Bianca prima e verso tutto il mondo poi, si riuniscono per un’ultima cena. E ormai quando tutto sta per finire si pongono in preghiera con una richiesta di grazia e perdono al Creatore. E cercano il suo amore che li conforti nell’imminente fine.
Se ne vanno tutti serenamente, consci di aver fatto tutto il possibile mentre la nave spaziale (prevista dall’élite nel caso non fosse andato tutto bene…) va… e dopo 22.000 anni trova un pianeta abitabile, rigoglioso. E allora allo spettatore un po’ di rabbia sale: a salvarsi sono sempre i soliti. Fortunatamente ci pensa la natura, sotto forma di simpatici animali colorati dall’aspetto rassicurante che si divorano la presidente…
Un sopravvissuto a tutto questo però c’è: il figlio della presidente, dimenticato sulla Terra, che si salva dalla distruzione e in uno scenario apocalittico cerca, grottescamente, qualche “like”, che non arriverà mai: specchio della nostra società. A questo punto, dove guardiamo? Sopra o non sopra?