Il clima del 2021
30 dicembre 2021
Uno sguardo alla crisi climatica dei 12 mesi passati, tra eventi disastrosi, simbolici, scientifici e politici
La fine dell’anno è sempre periodo di bilanci e di analisi sui 12 mesi in via di esaurimento. Non è da meno la crisi climatica, che purtroppo si è fatta sentire abbondantemente anche nel 2021.
Anzi, secondo il rapporto della ONG Christian Aid, sembra essere andata anche peggio dell’anno precedente. Il punto di vista è molto peculiare, ma indicativo della situazione globale: il gruppo mette insieme i 10 eventi meteorologici estremi più devastanti dell’anno e calcola la somma del danno economico che hanno provocato. La cifra è stimata attorno ai 150 miliardi di dollari, nettamente maggiori dei 132,5 rilevati per il 2020. La stessa ong precisa che si tratta in ogni caso di numeri al ribasso, perché si basano sul totale dei beni assicurati distrutti o danneggiati: facile quindi far lievitare i costi, se si considerano anche tutti i beni non coperti da assicurazione. Questo fa sì che interi eventi non siano inclusi nel conteggio: il Sud Sudan è stato interessato da pesanti inondazioni, che si stima abbiano colpito 800mila persone, ma ben pochi dei beni coinvolti erano assicurati, perciò non contribuisce al conteggio totale.
Il disastro più costoso è stato l’uragano Ida, che si è mosso tra agosto e settembre attraverso diversi stati americani: 57,5 i miliardi di danni stimati. Seguono le inondazioni di luglio tra Belgio e Germania, il freddo estremo del Texas a febbraio e altre alluvioni, quelle della provincia cinese dell’Henan, ancora a luglio.
La storia della crisi climatica però non ha a che fare solo con i fenomeni disastrosi. Ci sono anche gli eventi simbolici e le decisioni politiche. In questa classifica compaiono ad esempio le inedite piogge sulla cima più alta della Groenlandia, segno delle temperature in costante aumento. Ma anche la decisione del governo Biden (immediatamente dopo l’insediamento) di far rientrare gli Usa nell’Accordo di Parigi, così come la pubblicazione del nuovo rapporto dell’IPCC e i suoi seri avvertimenti riguardo al futuro prossimo della terra.
Inevitabile poi non citare la COP26, il summit ospitato a Glasgow nelle prime settimane di novembre, sebbene l’esito del confronto internazionale sul clima si sia fatto notare più per le mancate decisioni globali riguardo alla lotta alla crisi climatica, che per gli esiti positivi. Che comunque ci sono stati, ma molto timidi, se confrontati a quelli necessari per cambiare davvero rotta.
Purtroppo l’anno si chiude con nuovi eventi drammatici in diversi angoli del mondo. Le Filippine sono state travolte dal tifone Rai, che ha provocato circa 400 vittime, secondo le ultime notizie. Le aree del nordest brasiliano sono invece interessate da pesanti piogge, che stanno causando decine di vittime e decine di migliaia di sfollati.
Nemmeno le notizie simboliche si fermano: nello stato americano dell’Alaska sono stati registrati in questi giorni picchi di 19.4 gradi di temperatura, ovvero la più alta mai segnalata nello stato in un mese di dicembre.