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Cristo vive in me!

Un giorno una parola – commento a Galati 2, 20

Io non morirò, anzi vivrò, e racconterò le opere del Signore
Salmo 118,17

Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! 
Galati 2, 20

L’apostolo Paolo è coinvolto nella drammatica situazione della vita delle chiese della Galazia. La vita comunitaria è lacerata dal conflitto riguardo alla validità della circoncisione per ottenere la grazia del Signore.

Questo conflitto certamente oggi non divide la chiesa, ma è importante ascoltare la istruzione di Paolo in risposta ai tanti conflitti ancora presenti nel nostro vivere la fede evangelica. 

“Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!”

Tre temi sono qui presentati: innanzi tutto l’affermazione molto forte e anche drammatica dice che tutti sono stati posti sotto il giudizio di Dio quali peccatori senza speranza (“siamo stati crocifissi con Cristo”); in secondo luogo la vita di ogni persona non è più sostenuta da norme o da leggi particolari dato che nella persona non vi è nulla che consenta di dare forza alla vita (“non sono più io che vivo”); in terzo luogo vi è la centralità del Signore Gesù: Lui solo è il vivente e il vincitore, Lui solo costruisce la vita del credente e della chiesa.

In questo modo la comunità deve ritrovare unità non attraverso la sottomissione a norme morali, ma solo all’unico Signore.

Scriveva Martin Lutero: «Paolo dice: “Io vivo”; ma subito si corregge: “non io, Cristo in me”: (…) Questa dimora di Cristo in me fa sì che io sia liberato dal terrore del peccato, sia trasferito in Cristo nel suo Regno, che è regno di grazia, di pace, di gioia, di vita, di beatitudine e di gloria eterna. E poiché vivo in Lui, nessun male mi può colpire». Amen.

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