La Comunione mondiale di chiese riformate chiede risposte significative ai cambiamenti climatici
26 luglio 2021
«Dobbiamo riconoscere che ecumenismo significa riconoscere l'intero pianeta come l'habitat di esseri umani, animali e piante. Siamo integralmente legati l'uno all'altro»
Fenomeni meteorologici sempre più estremi; riscaldamento globale, inondazioni e alluvioni. Vittime, danni, milioni di persone costrette a spostarsi a causa dei cambiamenti climatici. Il pianeta Terra sta inviando disperati e inequivocabli segnali di sofferenza.
La Comunione mondiale di chiese riformate interviene con un forte appello alle chiese in tutto il mondo perchè diventino promotrici di reali modelli di cambiamento delle nostre abitudini e delle politiche industriali dei Paesi in cui operano. Non c'è un pianeta B, non c'è tempo da perdere. Qui di seguito il testo dell'appello:
«Le recenti inondazioni in Germania, Paesi Bassi e Belgio hanno portato a una catastrofica perdita di vite umane e mezzi di sussistenza.
I resoconti delle chiese membro nelle aree colpite parlano di un disastro che richiederà diversi mesi per essere superato, con la risposta immediata di salvataggio e soccorso, ma gli obiettivi a lungo termine della riabilitazione delle comunità, delle proprietà e degli ecosistemi danneggiati.
La Comunione mondiale di chiese riformate (Wcrc) chiede empatia e solidarietà pastorale e compassionevole nei confronti do coloro che stanno soffrendo nell'attuale crisi. Chiamiamo alla preghiera per le comunità colpite in Germania, Paesi Bassi e Belgio. Chiediamo il sostegno finanziario di queste comunità mentre lottano per ricostruire ciò che è stato perso.
Al momento in cui scriviamo, 180 persone sono confermate morte, mentre nella sola Germania risultano ancora disperse altre centinaia di donne, uomini, bambine e bambini. Decine di migliaia di case sono state allagate e le linee elettriche in diverse aree non sono ancora state ripristinate.
Le inondazioni sono state causate da quantità record di precipitazioni nell'arco di 48 ore. Le aree del Reno-Palatinato e della Renania settentrionale-Vestfalia hanno ricevuto 148 litri per metro quadrato di pioggia in 48 ore quando le medie sono di 80 litri per tutto il mese di luglio!
Questi eventi meteorologici senza precedenti seguono le ondate di caldo torrido che hanno colpito il Nord America solo poche settimane fa e indicano una crisi del cambiamento climatico globale che si traduce in eventi meteorologici insoliti e spesso devastanti in tutto il mondo. Questi eventi creano disastri che minacciano la vita degli esseri umani e della vita animale e vegetale.
Questi devastanti disastri naturali richiedono risposte a breve, medio e lungo termine. Da un lato, le persone immediatamente colpite dalle recenti inondazioni e da altri disastri naturali hanno bisogno di solidarietà e sostegno per ricostruire le loro vite e le loro comunità. Questo è di urgente e immediata necessità. Chiediamo alle nostre chiese membrio di contribuire alle agenzie di soccorso sia ecclesiali che statali che lavorano per mitigare la crisi in Europa.
Tuttavia, ci sarà anche un impatto a medio termine di tale crisi in cui questioni come la migrazione, la sicurezza alimentare e il rinnovamento delle economie basate sulle comunità sono state e sono devastate da tali crisi meteorologiche.
Chiediamo alle chiese di agire insieme per sostenere iniziative che consentiranno alle comunità in difficoltà di rimettersi in piedi e di sviluppare iniziative sostenibili a medio termine.
È inoltre necessaria una visione a lungo termine per affrontare la crisi del cambiamento climatico che l'intero pianeta sta affrontando. Dobbiamo sostenere la giustizia climatica con i nostri governi nazionali e garantire il rispetto degli accordi internazionali sulla mitigazione dei cambiamenti climatici. Ciò include l'accordo di Parigi sul clima, ma non è limitato a questo. Significa che dobbiamo sostenere movimenti come Fridays for the Future e Climate Strikes! Significa che le nostre chiese devono ascoltare le voci dei nostri giovani, bambini e generazioni future il cui pianeta stiamo distruggendo.
Dobbiamo riconoscere che ecumenismo significa riconoscere l'intero pianeta come l'habitat di esseri umani, animali e piante. Siamo integralmente legati l'uno all'altro. Non solo umani in questo mondo, ma connessi con la vita animale e vegetale. Non possiamo esistere, lasciamo stare prosperare, senza l'altro. E non solo gli esseri viventi, ma anche con l'intero sistema ecologico: se a fiumi, foreste e montagne non viene dato il dovuto spazio, affronteremo più disastri di quanti ne vediamo ora. In questo momento, ciò che serve è solidarietà globale, solidarietà in mezzo alla crisi e solidarietà per il cambiamento».