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Superare l’avidità. Visintin: «Sobrietà non è rinuncia»

Intervista alla coordinatrice della Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia che ha partecipato all’Assemblea della Rete cristiana europea per l’ambiente

L’Agenzia Nev ha intervistato Antonella Visintin, che dall’Italia ha partecipato all’Assemblea della Rete cristiana europea per l’ambiente (ECEN).

Antonella Visintin è coordinatrice della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

 L’Assemblea virtuale dell’ECEN si è appena conclusa. Come si sono svolti i lavori e quali sono state le sue impressioni?

L’Assemblea è stata molto partecipata. Ci sono state circa 200 presenze, da tutta Europa e non solo. L’anno scorso l’incontro era stato rimandato a causa del covid, c’era quindi molta attesa. Speriamo di poter riprendere i lavori in presenza, con la prossima Assemblea che dovrebbe tenersi in Germania nel 2022.

A cosa si è dovuto rinunciare a causa di questa modalità di assemblea?

Il lavoro di rete, a mio avviso, è un po’ in sofferenza. Il lavoro istituzionale nei gruppi si farà infatti il prossimo anno, così come le elezioni.

Quali punti di forza e quali argomenti cardine sono stati toccati?

Si è dato molto spazio all’eco–management, con una intera sessione dedicata. In particolare, il coordinatore Hans Diefenbacher ha parlato dei gemellaggi fra paesi diversi. Si tratta di progetti finanziati in parte dalla chiesa tedesca, in parte dall’Unione europea, che vedono insieme realtà dove il lavoro sulla sostenibilità viene realizzato in uno specifico contesto. Ad esempio: in Austria e Romania. Ucraina e Armenia. Bielorussia, Polonia, Scozia e altri.

Che obiettivi si pone il progetto di gemellaggio dell’ECEN?

Si auspica che l’esperienza diventi volano per uno sviluppo in altre comunità del Paese.

Servono le parole, serve un rafforzamento delle ragioni teologiche e servono azioni strutturali: dai tetti solari all’uso responsabile delle risorse. Piccoli passi, che però vanno fatti, affinché il percorso acquisti importanza nel quadro attuale. E che sia credibile in quei contesti in cui magari è meno sentito.

Un altro obiettivo è quello di creare e/o mantenere in connessione le chiese, nei diversi contesti. Una connessione che rafforza l’ECEN nel suo complesso.

L’arcivescovo ortodosso Job di Telmessos, del Patriarcato ecumenico, ha parlato di “moderazione, sobrietà e autocontrollo”. Potrebbe sembrare un modo diverso di dire “Austerity”. Cosa ne pensa?

Personalmente, preferisco il tema della frugalità. In generale, preferisco le parole che usiamo in ambito protestante.

Sobrietà, ad esempio. È la parola che continuo a preferire, perché non è associata a una rinuncia. La sobrietà è associata a una pre-selezione di atteggiamenti e comportamenti sostenibili eticamente, ecologicamente e socialmente. Stiamo parlando di non-ostentazione e di rispetto, riverenza verso la vita, come ha detto il vescovo luterano del Baden Jochen Cornelius Bundschuh citando Albert Schweitzer.

Questo argomento non è stato tematizzato esplicitamente in Assemblea, ma un fautore esplicito di questo approccio è, ad esempio, Martin Kopp.

L’ECEN implicitamente si colloca nella linea della “limitazione dell’avidità” con riferimento alla elaborazione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), che con altri organismi mondiali (luterani, riformati), ha proposto nel 2016 in un libro la riflessione e la proposta di una “Greed line”. Una sorta di “linea di demarcazione” dell’avidità.

Si parla ormai molto di Agenda Verde e Green DEAL. Siamo o no parte di questo processo?

Ragionevolmente, penso che il Green Deal debba essere fatto dal mondo dell’impresa e della politica. L’ECEN dà voce alle istanze del clima, della sostenibilità e della biodiversità come organismo che fa lobby e advocacy verso l’Unione europea. È importante che l’ECEN faccia questo. Stare attenti a quello che accade e sostenere questo tipo di percorso. Incoraggiare i Paesi ad attuare modifiche normative e comportamentali.

In Italia cosa sta accadendo e cosa accadrà?

Sulla pagina ECEN si possono consultare diverse iniziative GLAM. Nella sessione 4 dell’Assemblea abbiamo avuto modo di confrontarci con la Chiesa di Inghilterra, con i luterani del nord Germania e con l’esperienza della “chiesa verde”, in Francia. Diversi partecipanti hanno seguito i lavori dall’Italia, e questo è un buon segno di presenza e voglia di fare. Nella presentazione delle attività della GLAM abbiamo trasmesso un video sulle eco-comunità, appena realizzato da Hope media. Abbiamo presentato la campagna per abolire la plastica usa e getta e il progetto internazionale dei giovani metodisti in vista della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (COP26) in cui siamo direttamente impegnati.

In conclusione, quale pensa sia la strategia da adottare oggi per il clima?

Sono convinta che abbiamo fatto bene a presentare progetti in movimento. Abbiamo parlato non del passato, ma del futuro. Economia e teologia sono sempre state le mie due grandi passioni, e grazie all’ECEN ho trovato la sintesi delle cose che mi interessavano. Sento un grande debito verso le chiese europee, un profondo senso di gratitudine. Mi sono sentita responsabile di rappresentare il lavoro per le chiese in Italia e penso che l’impegno più strategico sia quello che poniamo nel presente, con lungimiranza.


L’ECEN è una rete europea che riunisce commissioni e gruppi cristiani che si occupano di ambiente. Tema dell’Assemblea di quest’anno: “Riconciliati con la creazione: appello per un’azione urgente su clima e biodiversità“.

 

Foto di Markus Spiske - Unsplash

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