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L’ospedale valdese di Pomaretto dice addio alla lungodegenza

Chiusa a inizio giugno, riaprirà a settembre come Cavs (Continuità assistenziale a valenza sanitaria)

La decisione era nell’aria da alcune settimane ma ora c’è l’ufficialità. La direzione dell’Asl To 3 ha deciso di chiudere il reparto di lungodegenza all’ospedale di Pomaretto, al secondo piano della struttura.

«La motivazione è legata al Covid-19 – ci spiega Riccardo Baral, presidente del Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Pomaretto –; infatti le infermiere presenti saranno impiegate nella campagna vaccinale, mentre le Oss sono già state spostate in altri ambiti dell’azienda sanitaria. Una volta terminata l’emergenza legata alla pandemia in corso il reparto non tornerà a essere lungodegenza ma diventerà un reparto di Continuità assistenziale a valenza sanitaria. E il rischio più grande sarà che non ci saranno più medici presenti nell’ospedale». I problemi che si prospettano quindi sono molteplici. «In primo luogo – continua Baral – ci saranno carenza di posti per la lungodegenza: chiusa Torre Pellice, chiusa Pomaretto rimane solo Pinerolo che però non può sopportare l’afflusso e quindi le persone che necessitano di questo tipo di servizio saranno dirottate in strutture private».

Probabilmente questo settore dovrebbe essere potenziato perché una volta terminata la pandemia riprenderanno a pieno regime le attività ospedaliere, “recuperando” anche tutto ciò che in questo anno e mezzo è stato rinviato e rimandato.

«Con la chiusura dei 18 posti letto di lungodegenza si conclude un’era all’ospedale valdese di Pomaretto – conclude Baral – che ha da sempre fornito questo importante servizio, nonostante i numerosi tentativi di chiusura e ridimensionamento perpetrati negli anni e su cui il Comitato ha sempre vigilato attentamente, mobilitandosi quando necessario».

Ricordiamo infine l’importanza dei presidi sanitari sul territorio (che dovranno essere anche potenziati secondo le linee guida del Recovery Plan) e in particolare Pomaretto con Torre Pellice hanno offerto e offrono un “polmone” all’Agnelli di Pinerolo, soprattutto in tempo di Covid-19.

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