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Gioco d’azzardo: la nuova legge in aula, insorgono le opposizioni

Ieri mattina in piazza castello associazioni ed enti per difendere la legge in vigore

Di nuovo bufera sul delicato tema del gioco d’azzardo: la scorsa settimana il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha chiesto e ottenuto di portare il testo della nuova norma a firma del leghista Claudio Leone direttamente in aula nella giornata di oggi, senza passare dalle commissioni e saltando le audizioni mancanti. Una decisione che ha suscitato l’immediata reazione delle opposizioni che promettono battaglia in consiglio «Non permetteremo che il cinismo e l'incoscienza riportino a ogni angolo i dispositivi di gioco d’azzardo - promette Marco Grimaldi di Luv - Difenderemo la legge con tutti i mezzi legali: la maggioranza prepari sacchi a pelo e coperte, non usciremo in fretta da quell’aula ».

Ieri in piazza Castello sono scese in piazze le numerose associazioni ed enti che combattono contro la ludopatia in Piemonte: da Acli a Libera dal Murialdo a FederConsumatori, accompagnati da sindaci e consiglieri dell’opposizione, tutti insieme per dire «no» alla cancellazione della legge 9/2016.

La maggioranza, nella persona di Claudio Leone, ha difeso la scelta di portare il testo direttamente in aula a tutela di quegli esercenti che da maggio 2021 sarebbero irregolari, terminando il tempo a disposizione per adeguarsi alla legge in vigore. L’aspetto più eclatante di questa legge è l’eliminazione del cosiddetto distanziometro, che di fatto andava quasi del tutto ad eliminare l’offerta di gioco dai centri abitati «La maggioranza sta tentando una corsa contro il tempo per mantenere una promessa elettorale - conclude Grimaldi - Si tratterebbe di una sanatoria indegna in una Regione che dispone di una legge che funziona e fa da modello»

Già nel giugno dell’anno scorso la maggioranza aveva tentato di mettere mano alla legge, inserendo in una legge omnibus la cancellazione della retroattività del provvedimento. In quell’occasione il centrodestra fece poi un passo indietro, rimandando la questione a tempi (e modi) più propizi. E ora questo nuovo assalto, discutibile, al di là del merito della questione, nelle modalità politiche: la necessità di mettere al riparo il settore del gioco d’azzardo rende superfluo un corretto iter legislativo.

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