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Introdurre quote per il clero di etnia nera e minoritaria

È una delle proposte contenute nel rapporto, di prossima pubblicazione, elaborato dalla task force anti-razzismo istituita lo scorso anno dalla comunione anglicana

The Spectator ha ottenuto una copia del rapporto elaborato dalla task force anti-razzismo della Chiesa d’Inghilterra, istituita lo scorso anno dopo che l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, chiese perdono per il passato razzista della denominazione, e propose l’abbattimento di statue e memoriali nelle chiese e nelle cattedrali legate alla tratta degli schiavi.

La rivista britannica fa alcune anticipazioni sui contenuti del documento, che dovrebbe essere presentato al pubblico il prossimo 22 aprile, e il cui titolo è «Dal lamento all’azione: rapporto della task force antirazzismo degli arcivescovi».

Il rapporto conterrebbe anche una raccomandazione ad istituire una quota per il clero di etnia nera e di minoranza, e a considerare la presenza di statue e monumenti controversi e l’istituzione di un programma di apprendimento antirazzista».

Dei 42 vescovi diocesani in tutto il Paese, solo uno è di origine etnica nera o minoritaria: Guli Francis-Dehqani, vescovo di Chelmsford. Nel 2012, il 96% del personale senior della Chiesa d’Inghilterra – vescovi, arcidiaconi e clero della cattedrale – era britannico bianco. Questa cifra è scesa quasi al 94% nel 2019, secondo i dati forniti da The Telegraph.

Nel documento la task force suggerisce che almeno «un ecclesiastico di minoranza etnica (sia) eletto per ciascuna regione». Inoltre, tutte le liste per il reclutamento del clero dovrebbero includere «almeno un candidato di minoranza etnica del Regno Unito».

Nel documento si propone anche che la denominazione svilupperà un «modulo online per un programma di apprendimento antirazzista».

Le scuole primarie e secondarie affiliate alla chiesa sono invitate a «sviluppare un ampio programma di studi che promuova la giustizia razziale». Il rapporto incoraggia le scuole a celebrare il Black History Month. Le riforme saranno finanziate e supervisionate da una Unità di giustizia razziale, che avrà un termine di cinque anni.

Nella bozza del documento si raccomanda che i leader della chiesa «riconoscano, si pentano e intraprendano azioni decisive per affrontare la vergognosa storia e eredità della Chiesa d’Inghilterra», riferendosi al coinvolgimento della Chiesa nella tratta degli schiavi transatlantica.

I leader ecclesiastici dovrebbero anche «occuparsi di qualsiasi parte dell’edificio della chiesa che possa causare dolore o offesa», in modo da garantire che gli spazi siano «spazi accoglienti per tutti».

Lo scorso giugno, Welby ha detto a BBC Radio 4 che le controverse statue «devono essere contestualizzate». «Alcune saranno rimosse. Alcuni nomi dovranno cambiare», ha aggiunto l’arcivescovo di Canterbury.

 

 

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