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Sarah Everard. Contro «l’invisibilità delle esperienze delle donne»

Una riflessione, dopo l'omicidio della giovane a Londra e le manifestazioni che ne sono seguite

«Quali norme dobbiamo ribaltare per rendere questa società uno spazio in cui ogni persona si sentirà valorizzata? Dov’è che le donne possono camminare per strada senza timore? Dove non è necessario insegnare alle nostre figlie ad avere paura?». Se lo chiede Rachel Lampard, team leader del Joint Public Issues Team, organismo per la pace e la giustizia istituito congiuntamente dall’Unione battista della Gran Bretagna, dalla chiesa metodista britannica, dalla chiesa riformata unita e dalla Chiesa di Scozia. All’indomani – anzi ancora nel pieno delle polemiche – dopo l’omicidio di Sarah Everard, seguito da manifestazioni pacifiche represse dalle forze dell’ordine (formalmente a causa delle misure contro il Covid), Lampard ha pubblicato una sua riflessione sul sito della Chiesa metodista inglese.

«Perché alle donne viene detto di “stare attente”, di “stare al sicuro"? Ancora una volta si tratta dell’invisibilità delle esperienze delle donne, della norma maschile», si legge nell’articolo. «C’è così tanto da fare, ma possiamo iniziare con il passaggio fondamentale di rendere registrabili i crimini basati sull’odio per le donne». Lampard fa riferimento ad un progetto di legge inglese sugli abusi domestici, in discussione questa settimana alla Camera dei Lords.

Ma non c’è solo la politica, nella “cassetta degli attrezzi” per lottare contro misoginia,  sessismo, patriarcato. L’intervento della rappresentante della Joint public issue team si conclude con un riferimento alla cultura pop. «Moxie  (il titolo completo è Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola, un film uscito pochi giorni fa, diretto da Amy Poehler, adattamento cinematografico del romanzo Girl Power scritto da Jennifer Mathieu, ndr) ha mostrato come un gruppo di ragazze (e alcuni ragazzi, loro grandi alleati) decidono di non sopportare più di essere oggettivate, aggredite e, così facendo, scoprono quanto sono preziose. Il ministero di Gesù ci sfida a guardare le cose che stiamo “sopportando” – per noi o più pericolosamente per gli altri – e, minandole, a vedere il valore di ogni figlio di Dio».

Foto di Tim Dennell via Flickr
 

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