Riconoscere il diritto di vivere in un ambiente sicuro, pulito e sostenibile
10 marzo 2021
È quanto ha chiesto la Federazione mondiale luterana alla 46a sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite
Alla 46a sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (22 febbraio - 23 Marzo 2021), la Federazione mondiale luterana (Flm) ha chiesto il riconoscimento legale del diritto umano a un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile. Ha inoltre chiesto la nomina di un esperto specializzato in diritti umani e giustizia climatica.
Ad oggi, vivere in un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile non è stato riconosciuto come un diritto umano da tutti i paesi.
«La conservazione di ogni essere vivente e degli ecosistemi è fondamentale per mantenere l’equilibrio intricato e in evoluzione della creazione», afferma la dichiarazione, che è stata resa da Elena Cedillo, responsabile del programma per la giustizia climatica della Federazione luterana mondiale.
«In qualità di organizzazione basata sulla fede radicata nelle comunità locali, riconosciamo che questa perdita minaccia il delicato equilibrio della terra e mette a rischio tutta la vita», prosegue la dichiarazione. Gli effetti del Covid-19, il clima, la natura e le crisi di inquinamento continuano a mettere a repentaglio i diritti umani, in particolare dei gruppi vulnerabili: rifugiati, sfollati interni, persone con disabilità e popolazioni indigene. Per affrontare questa situazione, la Flm ha chiesto che «il diritto di vivere in un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile» sia riconosciuto come un diritto umano per tutti.
La dichiarazione, presentata dalla Flm e scritta insieme alle organizzazioni partner del Geneva Interfaith Forum (GIF), ha ribadito questo invito: «È tempo di riconoscere il diritto a un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile per tutti, e il Consiglio dei diritti umani dovrebbe essere il capofila di questo riconoscimento globale in quanto questo è fondamentale anche per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite verso il 2030».
Nella dichiarazione si richiede anche di nominare un esperto specializzato in diritti umani e giustizia climatica con un cosiddetto mandato di procedure speciali.
La Flm ha esortato il Consiglio per i diritti umani «a considerare l’istituzione di questo nuovo mandato durante la 47a sessione del Consiglio che si terrà a giugno», che comunicherebbe con forza il messaggio che i diritti umani devono essere parte integrante delle discussioni sul cambiamento climatico.
«Adottare risolutamente un approccio basato sui diritti umani è la chiave per garantire il rispetto della dignità della vita, in particolare di coloro che si trovano già in situazioni di vulnerabilità e sentono più acutamente gli impatti di queste crisi multiformi».
Un nuovo mandato per le procedure speciali «garantirebbe al Consiglio per i diritti umani un’attenzione a lungo termine sulle questioni del cambiamento climatico e porterebbe una dimensione dei diritti umani nelle politiche sul cambiamento climatico», afferma la dichiarazione. «Contribuirebbe a rafforzare la complementarità tra il quadro giuridico sui cambiamenti climatici e il regime internazionale dei diritti umani».