Eurodiaconia pubblica il rapporto "Impatto del COVID-19 sui servizi diaconali"
09 ottobre 2020
L' organizzazione che raggruppa oltre 50 associazioni sociali europee legate alle chiese protestanti compresa la Diaconia valdese chiede politiche rivolte in primis ai più vulnerabili
Eurodiaconia, organizzazione cappello che raggruppa oltre 50 associazioni sociali europee legate alle chiese protestanti, e di cui la Diaconia valdese è parte integrante, ha pubblicato il suo nuovo rapporto intitolato "Impatto del COVID-19 sui servizi diaconali".
«Il Coronavirus ha notevolmente esacerbato le disuguaglianze preesistenti nella società, senza lasciare esente alcun segmento della popolazione» si legge nell’introduzione al volume, disponibile on line interamente qui.
Gli effetti della pandemia sono diffusi e di vasta portata, con un impatto su tutti i settori dell'economia e sulle persone, con alcuni gruppi colpiti più duramente di altri. «Le persone in povertà, gli anziani, le persone con disabilità, i migranti, i Rom, i rifugiati, i senzatetto e i bambini hanno sentito l'effetto più profondamente e sono state esasperate le discriminazioni, la vulnerabilità e abbandono preesistenti».
Sebbene sia troppo presto per valutare completamente l'impatto della pandemia, vari rapporti e analisti prevedono che l'effetto sull'economia europea sarà più devastante di quello della crisi del 2008. Sono già state intraprese molte azioni per rafforzare la fornitura di assistenza sanitaria e per proteggere l'economia. «Tuttavia, si legge ancora, rimangono lacune sostanziali che, se non affrontate rapidamente, possono avere gravi conseguenze sociali».
Allo stesso tempo, la pandemia di COVID-19 ha offerto all'Unione Europea e agli Stati membro l'opportunità di affrontare le disuguaglianze sociali che esistevano prima dello scoppio. Per correggere adeguatamente le attuali debolezze strutturali e per affrontare efficacemente l'impatto sul settore sociale, «abbiamo bisogno di un impegno più sostanziale da parte dell'Ue per garantire e sostenere la resilienza dei servizi sociali. L'Unione deve responsabilizzare i fornitori di servizi sociali e dotarli di strumenti di gestione delle crisi».
La crisi è tutt'altro che finita e la paura di successive ondate di virus rimane palpabile; trarre insegnamenti è fondamentale. «L'Ue e gli Stati membro devono lavorare rapidamente per una migliore preparazione di fronte a una nuova crisi, garantendo allo stesso tempo che nessuno venga lasciato indietro. Le persone vulnerabili, più che mai, devono essere al centro del processo decisionale nell'Unione europea».
Il rapporto fornisce una panoramica dell'impatto che il COVID-19 ha avuto sulla fornitura di servizi sociali sulla base del contributo dei membri di Eurodiaconia. Mentre l’Europa valuta le vie per la ripresa «i programmi di finanziamento dovrebbero dare la priorità ai più vulnerabili. La pandemia ha creato un ambiente in cui le discussioni devono andare oltre la consueta retorica politica e verso proposte che rispecchino praticamente le realtà sociali ed economiche europee».