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Egitto, resta in carcere Patrick Zaki. Rinnovata la detenzione per altri 45 giorni

Continuano a dilatarsi i tempi della custodia cautelare. Un ostruzionismo senza ragione dai giudici egiziani

Speranze infrante per Patrick Zaki. Ieri, dopo l’udienza in cui era ricomparso in Tribunale dallo scorso marzo, è stata rinnovata di altri 45 giorni la custodia cautelare per lo studente egiziano dell’Università di Bologna da oltre 5 mesi in carcere in Egitto per propaganda sovversiva.
Nulla di fatto per il ricorso degli avvocati che si erano appellati alla precedente decisione di lasciare il loro assistito in carcere.
Ieri nessuno si aspettava che Zaki fosse presente davanti alla Corte. Dimagrito, sguardo stanco, è apparso provato dalla detenzione ma in salute, hanno assicurato gli avvocati che sembravano cautamente ottimisti.
Dopo aver protratto per ore l’udienza, i giudici della Procura per la sicurezza dello Stato hanno confermato la decisione che si sperava fosse più magnanima. Ci si aspettava quanto meno gli arresti domiciliari.  E invece Patrick resta nella prigione di Tora.
Da fonti a Il Cairo era arrivata già nelle prime ore del mattinata la notizia che la detenzione fosse stata rinnovata ma i genitori del giovane e gli attivisti di Eipr, l’organizzazione di cui Zaki era stato ricercatore, non hanno potuto confermare perché nessuna autorità aveva loro comunicato cosa fosse stato deciso dalla Corte.
Bisogna attendere i primi di settembre per capire se il procedimento nei suoi confronti proseguirà o meno.
Il 27 enne di Monsoura era stato prelevato dalle forze di sicurezza non appena rientrato nel Paese. Propaganda sovversiva su Facebook e incitazione alla violenza le accuse che gli sono state rivolte.
Accuse gravi quelle rivolte a Zaki dalla Procura egiziana che tra l’altro nega  l’accesso in aula ai rappresentanti delle ambasciate e in particolare a quella dell’Italia, che ha un ruolo nella vicenda di Zaki, essendo uno studente dell’Universita’ di Bologna.

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