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Hong Kong a ferro e fuoco

La nuova legge nazionale sulla sicurezza preoccupa: dal 30 giugno i religiosi che criticano le scelte governative saranno trattati come terroristi

La legge sulla sicurezza nazionale ad Hong Kong è entrata in vigore dalla mezzanotte del 30 giugno e da allora nel territorio (autonomo?) è ormai un susseguirsi di manifestazioni contro la sua applicazione. Dimostrazioni di dissenso che sono quasi subito sfociate in scontri e, come prevedibile, in arresti (oltre 300) messi in atto dalla polizia cinese. Anche questa notte. Ma c’è una differenza tra ciò che accadeva prima del 30 giugno e dopo quella data: gli arrestati d’ora in poi dovranno scontare (secondo la nuova legge) le loro pene nelle carceri cinesi. 

La scelta della data per far decorrere il nuovo decreto, inoltre, non è sembrata casuale: il 30 giugno di quest’anno ricorreva il 23esimo anniversario della restituzione della colonia di Hong Kong alla Cina da parte della Gran Bretagna. 

Tra gli arrestati anche Raymond Chan Chi-chuen e Tam Tak-chi del partito democratico «People Power».

Il progetto cinese per la sicurezza nazionale a Hong Kong, molto probabilmente, causerà «gravi conseguenze per gli attivisti democratici, per pastori, preti, leader religiosi, ora equiparabili ai terroristi, se critici verso l’operato del governo di Pechino, e dunque estradabili per essere processati nella Cina continentale», ricorda Fox News.

Le nuove leggi sulla sicurezza nazionale prevedono, infatti, diversi livelli di reato, tra i quali, la sovversione del potere statale, l’attività terroristica locale e la collaborazione con «forze straniere» o esterne per mettere in pericolo la sicurezza nazionale.

In base a tali leggi i religiosi di Hong Kong che abbiano sostenuto il movimento democratico, ricorda ancora Fox News, «come il cardinale Joseph Zen e il vescovo ausiliare Joseph Ha Chi-shing potrebbero essere estradati in Cina, dal momento che Pechino li considera minacce al regime».

Una situazione che potrebbe essere simile per centinaia di pastori protestanti, organizzazioni cristiane «che si sono attivamente opposti alle decisioni governative». 

Le proteste di massa, iniziate lo scorso 30 giugno, sono infatti considerate in base alla legge attuale «reati terroristici, e qualsiasi richiesta di indipendenza di Hong Kong dalla Cina, un atto di sedizione».

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