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Il Sinodo del Patriarcato ecumenico

Tra i temi dirimenti affrontati dal 23 al 25 a Ginevra e da non mettere in discussione: la distribuzione della Comunione in tempo di pandemia

Si è tenuto dal 23 al 25 giugno Sinodo del Patriarcato ecumenico convocato «con una regolare riunione nel mese corrente presso il Centro ortodosso del Patriarcato ecumenico a Chambésy, Ginevra», a darne notizia è il sito del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). 

Gli argomenti in discussione includevano una questione dirimente, ossia la modalità di distribuzione della Comunione (Cena del Signore), dopo la pandemia causata dal coronavirus che ha modificato le possibilità di contatto tra le persone. 

Il Sinodo ha affermato: «Il mistero della Divina Eucaristia non è negoziabile, perché crediamo che attraverso di essa si trasmettano ai fedeli il Corpo e il Sangue del Cristo Salvatore, alla remissione dei peccati e della vita eterna» ed è impossibile che «attraverso questo Mistero dei Misteri qualsiasi malattia possa essere trasmessa a coloro che ne prendono parte». 

Quanto al modo di distribuire la Comunione, il Sinodo conferma ancora che «la Sacra Tradizione che si intreccia indissolubilmente con la pratica ecclesiastica quotidiana e l’esperienza kenotica […], non trova alcuna necessità di cambiare questa modalità, specialmente sotto la pressione di fattori esterni».Il sinodo ha inoltre sottolineato nel messaggio conclusivo 

alle congregazioni però che: «[...] la Chiesa Madre, consapevole delle esigenze speciali dei Suoi figli nella Diaspora, esorta i responsabili religiosi che servono nella Diaspora, che con sensibilità pastorale, responsabilità e coscienza, facciano temporaneamente, per economia, accomodamenti in situazioni problematiche derivanti dalle leggi locali dello Stato per il maggior beneficio spirituale del popolo cristiano, sempre in coordinamento con il Centro Sacro al Phanar».

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