Austria: il teologo Körtner: «Ignoranza nel dibattito sulla croce nello spazio pubblico»
21 febbraio 2020
Anche in terra austriaca si discute di laicità, con un tocco di esoterismo
Nel dibattito sulla presenza della croce nello spazio pubblico, il teologo protestante viennese Ulrich Körtner si è pronunciato a favore di una maggiore educazione religiosa. Ciò dovrebbe aiutare a prendere una posizione competente nelle discussioni pertinenti. In un commento ospitato del settimanale "Die Furche" (edizione del 20 febbraio), Körtner ha trovato "Ignoranza" nelle dichiarazioni del Ministro dell'Integrazione Susanne Raab. In un'intervista al quotidiano "Austria", la politica dell' ÖVP, il partito popolare austriaco, ha descritto la croce come «un chiaro segno della nostra eredità ebraico-cristiana». «La croce non è semplicemente un simbolo della fede e della tradizione ebraica, e gli ebrei sono stati crudelmente perseguitati nel segno della croce», risponde Körtner.
Il teologo riformato rifiuta anche di equiparare il cristianesimo e l'esoterismo, come è stato spesso fatto dalla critica in questi anni in Austria: «Ho un problema con la polemica contro i simboli cristiani nelle strutture sanitarie pubbliche, mentre allo stesso tempo vengono tollerate le pratiche esoteriche, ad esempio i cristalli, per scongiurare le energie negative», ha detto Körtner, riferendosi al Wiener Krankenhaus Nord, l’ospedale costruito un paio di anni fa, finito al centro delle polemiche dopo che i suoi dirigenti avevano appaltato a tal Christoph Fasching la costruzione di un anello energetico per tenere lontane le negatività dalle strutture, al costo di centomila euro, mentre al contempo vietavano l’installazione di qualsivoglia simbolo religioso. Nessuno se ne sarebbe accorto forse, se non fosse scoppiato un caso giudiziario legato alle tangenti che avevano fatto lievitare il costo della costruzione del nosocomio dai 600 milioni di euro iniziali a oltre 1,2 miliardi. Così fra i tanti costi extra si è scoperto anche quello per l’esperto esoterico.
Körtner trae la conclusione: «Ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra società pluralistica affinché tutti i cittadini possano vivere in pace insieme non sono solo informazioni fondate e differenziate su religioni e visioni del mondo, ma anche educazione religiosa». Ciò implica anche critiche alla religione, che tuttavia non possono essere equiparate all'ostilità verso esse. In particolare, uno sguardo agli stati del socialismo realmente esistente aveva mostrato che una società ostile alla religione non è in alcun modo più umana o tollerante «di una società che dia alle religioni il loro posto nella vita pubblica, anche nelle scuole, e richieda espressamente la loro partecipazione al bene comune».