Riformati svizzeri per United4Rescue
31 gennaio 2020
Il Consiglio della Chiesa evangelica riformata in Svizzera sostiene le operazioni di soccorso civile in mare e aderisce a “United4Rescue” lanciata della Chiesa evangelica in Germania
Una raccolta firme e molte azioni "dal basso" avevano sollecitato un impegno diretto da parte delle chiese riformate e cattolica svizzera nei salvataggi in mare (ne avevamo parlato qui). La risposta da parte del mondo protestante non si è fatta attendere.
«Dal punto di vista cristiano, quando ci troviamo di fronte a persone in difficoltà perché attraversano il Mediterraneo per fuggire dalla guerra, dalla povertà o dal cambiamento climatico, dobbiamo mostrare misericordia e amore per il nostro prossimo»: questa la motivazione che ha spinto il Consiglio della Chiesa evangelica riformata in Svizzera a sostenere le operazioni di soccorso in mare. In un comunicato stampa diffuso ieri, ha annunciato la sua adesione alla piattaforma "United4Rescue", lanciata pochi mesi fa dalla Chiesa evangelica in Germania (Ekd), con lo scopo di raccogliere i fondi per acquistare una nave di soccorso da affidare alla Ong tedesca “Sea-Watch”.
Alla campagna #WirSchickenEinSchiff (mandiamo una nave) hanno aderito più di 300 attori della società civile, ma anche privati cittadini, tra cui il regista Wim Wenders e il cardinale Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi. Pochi giorni fa, ref.ch ha dato la notizia che la somma raccolta è già sufficiente per partecipare all’asta della nave “Poseidon”, ormeggiata nel porto di Kiel. La cifra si aggirerebbe sul milione di euro.
Nella nota diffusa dalla Chiesa evangelica riformata in Svizzera si fa riferimento al fatto che il salvataggio in mare è un obbligo degli Stati. Tuttavia, «le missioni ufficiali europee sono praticamente bloccate. Gli enti privati hanno quindi preso il sopravvento».
«È inaccettabile che gli esseri umani muoiano sotto i nostri occhi», dice Gottfried Locher, presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera. Di fronte a queste tragedie umane, non possiamo stare a guardare e non fare nulla.
«Ogni giorno, alle porte dell'Europa, uomini, donne e bambini che cercano un futuro in pace stanno annegando. In nome di Dio, aiutiamo a salvare delle vite». Il Consiglio della Chiesa evangelica riformata in Svizzera sostiene espressamente i quattro obiettivi di “United4Rescue”: il diritto al salvataggio in mare, la depenalizzazione del salvataggio in mare, procedure di asilo eque e porti sicuri. Anche la presidenza della Conferenza dei vescovi svizzeri si è espressa a favore del sostegno alla piattaforma.
Lo scorso 7 gennaio a Berna la rete Migrationscharta (Carta della migrazione) aveva lanciato un accorato appello alle chiese cristiane in Svizzera, affinché si impegnassero concretamente nel salvataggio di naufraghi in mare. Tra i primi firmatari dell’appello il pastore riformato Pierre Bühler, professore emerito di teologia, membro della rete Migrationscharta. «L’emergenza nel mar Mediterraneo riguarda anche noi svizzeri», aveva affermato il teologo che chiedeva l’adesione delle chiese svizzere a “United4Rescue”.
La Chiesa evangelica riformata in Svizzera si impegna inoltre a favore dei rifugiati che arrivano in Europa, e in particolare sulle isole greche: «di fronte alle condizioni indegne che prevalgono in campi più che sovraffollati ai confini dell'Europa, è necessaria una risposta umanitaria immediata - si legge nel comunicato diffuso oggi -. La Chiesa evangelica riformata in Svizzera fornirà quindi un sostegno finanziario ai progetti di aiuto ai rifugiati in Grecia realizzati dalle chiese riformate».