Usa. Chiese e sicurezza armata
30 gennaio 2020
Un sondaggio condotto da LifeWay Research evidenzia che le chiese evangeliche, pentecostali e battiste hanno più probabilità di avere volontari armati durante i culti
Circa 4 pastori protestanti su 5 (80%) affermano che la loro chiesa ha adottato un qualche tipo di misura di sicurezza durante il culto: è quanto emerge dal sondaggio condotto da LifeWay Christian Research (divisione editoriale della Southern Baptist Convention) con sede a Nashville, dal titolo «Il punto di vista dei pastori sulla sicurezza della Chiesa». Il sondaggio telefonico, condotto dal 30 agosto al 24 settembre 2019, ha raggiunto 1.000 pastori protestanti alla guida di chiese sparse in diverse aree degli Stati Uniti.
Dal 2000, ben 19 attacchi armati hanno avuto luogo in chiese cristiane, mentre altre uccisioni sono avvenuti per mano di uomini armati che hanno fatto irruzione in altri siti religiosi come sinagoghe, un tempio sikh e una scuola Amish.
«Le chiese sono luoghi in cui più facilmente una comunità di persone si riunisce e questo le rende obiettivi sensibili», ha affermato Scott McConnell, direttore esecutivo di LifeWay Research. «La maggior parte delle chiese comprende questo dato e ha cercato di porvi rimedio».
Quasi 2 pastori su 3 (62%) hanno affermato che la loro chiesa ha un piano per fronteggiare una situazione in cui in chiesa arrivi un tiratore armato.
Più persone partecipano alle riunioni organizzate dalla chiesa settimanalmente, più è probabile che la chiesa abbia predisposto dei piani per contrastare un potenziale sicario. Infatti, le chiese con 250 o più presenze (77%) e quelle con 100-249 (74%) hanno maggiori probabilità di avere un piano di difesa rispetto a quelle con 50-99 presenze (58%) o quelle con meno di 50 al culto di adorazione settimanale (45%).
La questione della presenza di armi in chiesa è molto dibattuta tra i pastori: quasi la metà degli intervistati (45%) afferma che, tra le misure di sicurezza adottate, c’è la presenza ai culti di membri di chiesa armati. Combinando questo dato con la percentuale di pastori che affermano di avere durante i culti ufficiali di polizia in uniforme o personale di sicurezza armato, si arriva al 51% di pastori che, durante i propri culti, ammettono l’uso di armi da fuoco tra le misure di sicurezza.
In particolare, i pastori pentecostali (71%), battisti (65%) e della Chiesa di Cristo (53%) hanno affermato di avere membri di chiesa armati, come parte delle loro misure di sicurezza, rispetto ai pastori metodisti (32%), luterani (27%) e presbiteriani o riformati (27%).
Altre chiese pongono invece l’accento sul mantenere tutte le armi lontane dai culti. Più di un quarto dei pastori intervistati (27%) ha affermato di adottare la politica di non accettare armi da fuoco all’interno dell’edificio di culto e solo il 3% di avere un metal detector all’ingresso per lo screening delle armi.
«Con la pianificazione delle misure di sicurezza, una chiesa non è distratta o paralizzata dalla minaccia. I pastori stanno cercando di bilanciare due responsabilità: da un lato, proteggere i membri interni della chiesa, dall’altro non rinunciare ad essere il più accoglienti possibile verso coloro che vengono dall’esterno», ha detto McConnell.
Nel sondaggio – che ha avuto luogo prima dell’attacco alla West Freeway Church of Christ a dicembre 2019 – circa un quarto dei pastori protestanti (23%) ha affermato di avere in loco un servizio di sicurezza armata privata. Inoltre, il 6% afferma di avere sul posto agenti di polizia in uniforme, come ulteriore misura di sicurezza.
Per la stragrande maggioranza dei fedeli (73%), la presenza di un poliziotto in uniforme o di una guardia di sicurezza in chiesa è rassicurante, con il 37% che afferma di sentirsi molto più al sicuro.
Tuttavia, i fedeli afroamericani si sentono meno sicuri in chiesa quando vedono poliziotti o gente armata durante i servizi di culto. Circa 1 su 10 fedeli afroamericani (10%) afferma di sentirsi meno al sicuro con la polizia in uniforme e le guardie di sicurezza in chiesa rispetto al 6% dei fedeli bianchi.
Mentre le donne, rispetto alla loro controparte maschile, sono più propense a dire che la presenza di gente in uniforme e armata le fa sentire più sicure (dal 75% al 69%).
Le chiese con 250 o più partecipanti affermano di avere personale di sicurezza privato armato (43%) o agenti di polizia in uniforme (26%). Coloro che frequentano tali chiese sono anche i più propensi a dire che vedere agenti di polizia e guardie di sicurezza in chiesa li fa sentire più sicuri (83%).
«Qualsiasi organizzazione che raduni numeri di persone relativamente grandi ha la responsabilità della sicurezza di coloro che sono riuniti», ha dichiarato McConnell. «I dirigenti della chiesa devono considerare metodi, costi, rischi e l’impatto che tali misure di sicurezza hanno sul proprio ministero».