Ricerca e consulta tutti gli articoli fino a luglio 2023

Questo archivio raccoglie articoli storici del nostro sito, conservando una preziosa testimonianza delle notizie e degli eventi passati.
Come utilizzare il modulo di ricerca
Il nostro modulo di ricerca è uno strumento potente che ti permette di esplorare l'archivio in modo facile e intuitivo. Puoi cercare gli articoli utilizzando diversi criteri:
  • Inserisci parole chiave o frasi specifiche per trovare articoli che trattano gli argomenti di tuo interesse.
  • Se stai cercando articoli scritti da un autore specifico, puoi inserire il suo nome per visualizzare tutte le sue pubblicazioni presenti nell'archivio.

In Rojava come in Libano trent'anni fa

Tragiche le analogie fra i massacri ai danni dei palestinesi fra anni '70 e '80 e l'offensiva turca nel nord della Siria

Correttamente, diversi osservatori hanno individuato una possibile analogia tra l'occupazione del Libano da parte di Israele nel 1982 e quella attuale del Rojava da parte di Ankara.

Come l'esercito israeliano si era portato appresso le milizie maronite collaborazioniste (in particolare l'Esercito libanese del sud a cui si aggiunsero miliziani della Falange), così quello turco ha riportato sul campo i suoi ascari islamici.

Nel settembre 1982, dopo aver costretto i combattenti palestinesi a lasciare Beirut e mentre all'Olp venivano date garanzie internazionali (da parte degli Usa, coincidenza), Tsahal – nel frattempo entrato a Beirut ovest nonostante gli accordi - illuminava a giorno il quartiere di Sabra e il campo profughi di Shatila lasciando mano libera ai fascisti maroniti. Le vittime palestinesi (civili disarmati, donne, bambini...) furono centinaia.

Qualcosa del genere, sotto forma di stillicidio quotidiano, sta accadendo in diverse località dei territori curdi occupati da Ankara. Ieri è giunta una notizia - anche sotto forma di immagini agghiaccianti - dell'agenzia Anha. Altre tre vittime indifese, altri tre scalpi per Erdogan che vanno ad allungare la lista dei civili assassinati da soldati turchi o dai loro alleati.

Come si vede chiaramente nelle foto, le tre persone – non ancora identificate - assassinate nel villaggio di al-Dabash (distretto di Zarzan/Abu Rasin nella regione di Al-Jazeera) erano ammanettate. Dopo averle uccise gli aguzzini le hanno anche sgozzate. Un vero crimine di guerra, un crimine di cui è responsabile uno stato membro della Nato. E, aggiungo, con il tacito consenso – di fatto almeno – del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Da quando – il 9 ottobre - questa seconda invasione (dopo quella di Afrin nel 2018) è cominciata con la benedizione di Usa e Russia, non si contano i crimini di guerra commessi dall'esercito turco e dai suoi alleati islamisti: torture, centinaia di esecuzioni extragiudiziali, stupri.

Inoltre Ankara – oltre che di violazioni del cessate il fuoco - è stata accusata di fare uso di armi  proibite dalle convenzioni internazionali come il fosforo bianco (quello sparso abbondantemente dagli statunitensi a Falluja in Iraq, ricordate?).

Il 13 ottobre molti civili, tra cui bambini, sono stati colpiti da questa micidiale sostanza a Sere Kaniye.  

Altri villaggi (come Firehan d'Ayn Issa) sono stati bombardati ancora il 28 ottobre, sia dall'esercito turco che dalle milizie islamiche di al-Nusra.

Un'ultima analogia tra la tragedia del popolo palestinese e quella del popolo curdo. Permane nella memoria di chi ha iniziato la sua militanza in anni lontani del secolo scorso, l'amaro ricordo di un altro massacro. Analogo sia a quello di Sabra e Shatila, sia a quello odierno in Rojava. Nel 1976 il campo di rifugiati palestinesi diTel al-Zaatar (sempre a Beirut) veniva assediato dalle milizie cristiano-maronite (oltre che dalle truppe comandate del generale Aoun). Anche in questa circostanza i falangisti uccisero migliaia di palestinesi, soprattutto dopo che si erano arresi (11 giugno 1976) . Con una piccola differenza. In quel caso a coprire le spalle dei maroniti era l'esercito di Damasco (all'epoca di Assad padre), provvisoriamente “alleato” dei falangisti. Rimanendo ugualmente a far da palo durante il massacro.

Tanto per la cronaca, sicuramente a Tel al-Zaatar- e molto presumibilmente anche a Sabra e Shatila - insieme ai falangisti agirono anche fascisti italiani.

Interesse geografico: