Desaparecidos, un fenomeno universale
28 maggio 2019
Nel mondo sono migliaia le persone scomparse dopo sequestri forzosi
Il 25 maggio alla gare Centrale di Bruxelles si è svolto un raduno per protestare contro le sparizioni di dissidenti e oppositori politici in Turchia, in Colombia, in Messico...
L'iniziativa si inserisce nel programma delle “Semaines internationales contre le disparitions politiques” che sono state organizzate dal 17 al 31 maggio. Nel pianeta sono migliaia e migliaia le persone scomparse dopo essere state prelevate – sequestrate – dalle forze di sicurezza o dai gruppi paramilitari e poi detenute in luoghi segreti (questo nella migliore delle ipotesi: spesso vengono eliminate, magari dopo essere state sottoposte a torture). Scopo dell'operazione: distruggere l'opposizione, terrorizzare non solo i militanti (sindacalisti, giornalisti, avvocati...) e le loro famiglie, ma l'intera società civile.
Diffondere sistematicamente e capillarmente ansia, paura, incertezza, diffidenza reciproca. E quindi stroncare sul nascere ogni vagito di dissidenza, di autorganizzazione. Un metodo ampiamente sperimentato dal Terzo Reich e adottato in gran parte del mondo; non solo nelle dittature riconosciute come tali, ma anche in paesi formalmente democratici. Pensiamo a quanto è avvenuto in anni recenti nei Paesi Baschi dove le squadre della morte parastatali hanno sequestrato vari militanti indipendentisti di sinistra come Pertur o Lasa e Zabala...
In Messico si calcola che dal 2006 le sparizione politiche siano state oltre 30mila! Nel settembre 2014 la Polizia ha prelevato 43 studenti della Scuola Rurale di Ayotzinapa che si recavano ad una manifestazione.
Da allora non se n'è saputo nulla e nemmeno i loro cadaveri sono mai stati ritrovati. In Colombia le sparizioni imputabili alle forze di sicurezza o a gruppi paramilitari filogovenativi di destra, sarebbero almeno250mila. E lo stillicidio prosegue (se non è addirittura peggiorato) anche dopo i recenti accordi di pace. Ai danni di sindacalisti, indios, ecologisti...
In Turchia dal 1995 le “Madri del Sabato” si riuniscono regolarmente ogni sabato nella piazza di Galatansaray per chiedere notizie sulla sorte di centinaia di oppositori, i loro figli sequestrati dalla polizia e poi scomparsi nel nulla.