Premio “Grüninger” alla Iuventa
09 maggio 2019
Il prestigioso riconoscimento svizzero va all’equipaggio della nave civile di soccorso in mare sequestrata nel 2017 a Lampedusa
No alla criminalizzazione di chi aiuta i profughi, sì a chi salva vite umane. Un chiaro segnale contro il sempre più diffuso “reato di solidarietà” arriva dalla Fondazione svizzera “Paul Grüninger”.
L'omonimo Premio, dotato di 50.000 franchi, sarà conferito il 10 maggio a San Gallo all’equipaggio della nave “Iuventa” sotto inchiesta della magistratura di Trapani, in Sicilia. Nel Mediterraneo centrale dal 2016 fino al sequestro dell’imbarcazione, il 2 agosto 2017, la “Iuventa” ha salvato più di 14.000 naufraghi, grazie ai finanziamenti della piccola ONG tedesca “Jugend Rettet”.
«Nel Mediterraneo si sta consumando da anni una catastrofe - si legge nel comunicato della Fondazione “Paul Grüninger” -. Gli Stati europei, invece di prestare soccorso, investono nella difesa delle frontiere. Nel mirino sono sempre più spesso proprio coloro che aiutano i naufraghi in mare salvando loro la vita. La criminalizzazione dei soccorritori si fa sempre più frequente: in tutta Europa, anche in Svizzera».
In una conferenza stampa svoltasi a Berlino lunedì 6 maggio, l’equipaggio della “Iuventa”, insieme al difensore italiano Nicola Canestrini, ha dichiarato che l’importo del Premio andrà a coprire le spese legali dei 22 membri dell’equipaggio accusati di favoreggiamento all’immigrazione illegale, di connivenza con la criminalità organizzata e con i trafficanti di esseri umani.
Entro l’estate dovrebbe cominciare il processo, finora il primo e unico contro una Ong in un tribunale italiano. I membri dell'equipaggio rischiano fino a 20 anni di detenzione. Sottolineando come il soccorso a naufraghi sia un obbligo codificato dal diritto internazionale del mare, i membri dell’equipaggio della Iuventa hanno aggiunto che parte dell’importo verrà devoluto alla visibilità di altre persone o organizzazioni accusate di “reato di solidarietà”.
Il capomissione della “Iuventa”, Sascha Girke, paramedico di Potsdam, ha dichiarato a voceevangelica.ch di essere particolarmente toccato: «Se penso al peso della nostra storia, al fatto che i nazisti hanno ucciso milioni di ebrei, mi commuove che siamo stati scelti proprio noi, nipoti di quei criminali, per un Premio intitolato a una persona, Paul Grüninger, che ha salvato centinaia di ebrei».
L’attivista svizzera Anni Lanz, condannata per aver portato in Svizzera dall’Italia un migrante “dublinato”, e l’organizzazione greca Mosaik Support Center, operativa sull’isola di Lesbo a favore di migranti e autoctoni bisognosi, riceveranno ciascuna - in segno di riconoscimento per il loro impegno umanitario – 10.000 franchi dalla Fondazione “Paul Grüninger”.
«Quando delle persone sono nel bisogno, non è criminale l’aiuto che si offre, bensì la passività», si legge ancora nel comunicato diffuso dalla Fondazione “Paul Grüninger” che ogni tre anni conferisce il Premio a individui o organizzazioni che si sono distinti per la loro umanità e il loro coraggio.
Comandante della polizia di San Gallo, Paul Grüninger salvò centinaia di profughi ebrei, nel 1938/39, dopo l'Anschluss tedesco con l'Austria, permettendo loro di entrare in Svizzera. Per aggirare la chiusura della frontiera elvetica, Grüninger falsificò la data dei documenti d'entrata dei profughi e organizzò la loro accoglienza a San Gallo. Scoperto, nel 1939 fu destituito e nel 1940 condannato dal tribunale cantonale di San Gallo per abuso di potere e falso. Visse in ristrettezze fino alla sua morte, nel 1972, e fu riabilitato nel 1995.
La cerimonia di conferimento del Premio “Paul Grüninger” è pubblica, e si svolgerà alle 19 di venerdì 10 maggio presso il Kulturlokal Palace a San Gallo.
Tratto da Voce evangelica