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Una «catena umana» per la dichiarazione di Panmunjom

Il Consiglio nazionale delle chiese in Corea si unirà alle organizzazioni della società civile per celebrare l'accordo di pace di un anno fa

Il Consiglio nazionale delle chiese in Corea si unirà alle organizzazioni della società civile per formare una «catena umana»il 27 aprile intorno alla zona demilitarizzata coreana per celebrare il primo anniversario della dichiarazione di Panmunjom (accordo che fu firmato nel terzo summit inter-coreano nell’aprile 2018; una dichiarazione congiunta per la pace, la prosperità e l’unificazione della Penisola coreana firmato dai due leader Kim Jong-un Moon Jae-in) e per interrompere l’attuale stallo dal vertice di Hanoi. I promotori attendono l’arrivo di migliaia di persone, «da 80.000 a 100.000 per il People's Peace Chain Movement». 

Il Consiglio Nazionale delle Chiese in Corea attende tutti fedeli a Hwachun, nella provincia di Kwangwon, per aprire le celebrazioni con un culto della pace prima della catena umana.

Nell’appello il Consiglio nazionale delle chiese in Corea affermato: «Non possiamo tornare indietro ai tempi in cui dominavano i conflitti e l’antagonismo. La pace nella penisola coreana è un imperativo nazionale, irreversibile, un compito storico per tutti noi e il nostro mondo».

Anche il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), attraverso il suo segretario generale, pastore Olav Fykse Tveit, ha espresso solidarietà al popolo della Corea: «Tenere le vostre mani tra le nostre mani è l’inizio di questo viaggio – ha detto Tveit –. Il Cec continuerà a stare vicino ai nostri fratelli e alle nostre sorelle in Corea e inviterà tutti i cristiani a pregare per la penisola coreana affinché la volontà di Dio, per la giustizia e la pace, sia fatta».

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