Testimoni di Geova. Continuano gli arresti in Russia
11 febbraio 2019
Dopo che un tribunale russo ha condannato Dennis Christensen a sei anni di prigione, la polizia ha arrestato altri fedeli
La sezione locale del Ministero degli Interni della regione di Khanty-Mansiisk, nel nord-ovest della Siberia, ha comunicato che il 7 febbraio alcuni individui sono stati arrestati con l’accusa di «predicare loro superiorità sugli altri cittadini che non sono Testimoni di Geova». La dichiarazione non fornisce né il numero di persone detenute né la data esatta degli arresti ma, secondo quanto dichiarato, i sospetti avrebbero organizzato incontri illegali «diffondendo idee estremiste e reclutando nuovi membri nel gruppo religioso» che, ricordiamo, è stato bandito dalla Corte Suprema russa nell’aprile 2017.
Nel frattempo anche in Mordovia, circa 550 chilometri a sud est di Mosca, ci sarebbe stata «un’operazione su vasta scala per fermare le attività illegali» dei Testimoni di Geova, durante la quale «gli organizzatori del gruppo sono stati arrestati e è stata aperta un’indagine». Anche in questo caso non è stato diffuso il numero di persone detenute.
L’ondata di arresti è arrivata il giorno seguente alla sentenza da parte della corte distrettuale di Zheleznodorozhny, nella città russa di Oryol, nei confronti di Dennis Christensen, un cittadino danese e membro dei Testimoni di Geova, colpevole di «organizzare l’attività di un’organizzazione estremista» in Russia che è stato condannato a sei anni di carcere. Christensen, pur detenendo il passaporto danese, risiede in Russia dal 1999. È stato arrestato a Oryol nel maggio 2017, un mese dopo che il gruppo religioso era stato bandito.
Riguardo alla condanna, Rachel Denber, il vicedirettore di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia centrale, ha definito la pena una «vergogna» e una «palese violazione» del diritto di libertà religiosa e di espressione. Denber ha espresso la chiara convinzione che la condanna sia motivata da ragioni di natura religiosa – per nulla attinenti all’estremismo. Una simile posizione è stata espressa da Yaroslav Sivulsky, rappresentante dell’Associazione Europea dei testimoni di Geova, e dal Ministro degli Esteri danese Anders Samuelsen. Maja Kocijancic – una dei portavoce di Federica Mogherini – ha richiesto il rilascio immediato del cittadino danese.
«Nessuno dovrebbe essere incarcerato sulla base di atti pacifici di fede, nell’espressione di un credo religioso» ha detto. Il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato che il Cremlino non può commentare la sentenza del tribunale, ma ha anche detto che i funzionari stanno esaminando la questione relativa ai Testimoni di Geova in Russia.