Argentina. Contro l’abbassamento dell’età di punibilità
15 gennaio 2019
Organizzazioni sociali tra cui la Federazione delle chiese evangeliche in Argentina (Faie), l’Alleanza delle chiese riformate e presbiteriane dell’America latina e la Chiesa evangelica del Rio de La Plata si pronunciano contro la proposta di abbassare l’età di punibilità penale
Oltre duemila rappresentanti di organizzazioni nazionali e internazionali, si sono pronunciati contro il progetto del governo argentino di abbassare l’età della punibilità a 15 anni. La dichiarazione, già presentata nel 2017 e adesso ampliata e riproposta, porta la anche firma della Federazione delle chiese evangeliche in Argentina (Faie), dell’Alleanza delle chiese riformate e presbiteriane dell’America latina e della Chiesa evangelica del Rio de La Plata.
Le organizzazioni riunite in un tavolo che ha lavorato per più di due anni sulla materia, hanno ampliato il documento «Contro la criminalizzazione de lxs pibxs e l‘abbassamento l’età di responsabilità penale» del 2017, e hanno condannato la criminalizzazione dei bambini e delle bambine e degli adolescenti (lxs pibxs, forma inclusiva che indica maschi e femmine) e il nuovo tentativo di «abbassare l’età di imputabilità», annunciate in Argentina dal ministro della Giustizia e dei diritti umani Germán Garavano, e dalla ministra della sicurezza Patricia Bullrich.
Nel testo citato, si sottolinea che la proposta è «inefficace» e che finirà per «peggiorare e rafforzare la violenza che cerca di risolvere», stigmatizzando «i bambini e gli adolescenti, specialmente i più poveri, rafforzando la loro vulnerabilità alla persecuzione della polizia e approfondendo la politica di abbandono delle politiche sociali, educative, sanitarie e di sviluppo sociale da parte dello Stato».
Nel documento si evidenzia anche come tale proposta sia strumentale e punti ad «utilizzare questo tema come esca prima delle prossime elezioni»; si denuncia anche che questo dibattito, in cui si afferma che abbassando l’età di responsabilità penale sarà raggiunta più sicurezza, è posto al centro del dibattito pubblico attraverso i media vicini al governo e nutrito da false premesse.
D’altra parte, i firmatari della dichiarazione hanno chiesto: un aumento delle risorse di stato per le politiche a protezione dei diritti dei bambini specialmente nell’ambito educativo, culturale, della salute e della sicurezza sociale; di istruire accuratamente le forze di sicurezza e custodia al divieto dell’uso di armi da fuoco contro i bambini e adolescenti così come previsto dalle norme internazionali sui diritti umani e punire con severità le torture e altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti contro i giovani.
Il documento completo può essere scaricato qui.