Genocidio degli Herero e dei Nama. Prosegue il processo di guarigione delle memorie
03 settembre 2018
Un culto ha celebrato la restituzione da parte della Germania alla Namibia di alcuni resti mortali di persone delle popolazioni indigene portati via durante il periodo coloniale
Ancora un passo in più nel processo di guarigione delle memorie. Dopo la storica confessione di colpa e una richiesta di perdono della Chiesa evangelica in Germania (Ekd, la principale denominazione evangelica del paese) per il primo genocidio del XX secolo compiuto dai colonizzatori tedeschi nel 1901 a danno degli Herero e dei Nama, popolazioni dell’Africa del sud, Namibia, il 29 agosto scorso, la Germania ha restituito alcuni resti mortali di persone delle popolazioni indigene degli Herero e dei Nama, portati fuori dal paese dell’Africa del sud durante il periodo coloniale (1884-1919).
Per celebrare l’evento, è stato celebrato un culto commemorativo a cura della Chiesa evangelica in Germania e del Consiglio delle Chiese in Namibia presso la Französische Friedrichstadtkirche di Berlino.
Subito dopo il culto, i resti mortali sono stati consegnati ai rappresentanti del governo namibiano in un atto ufficiale del Ministero degli esteri tedesco e dell’ambasciata della Namibia; mentre il 31 agosto si è svolta una cerimonia di stato a Windhoek, capitale della Namibia.
Ernst Gamxamûb, vescovo della Chiesa evangelica luterana nella Repubblica della Namibia – chiesa membro della Federazione luterana mondiale (Flm) – e capo della delegazione del Consiglio delle Chiese in Namibia, ha tenuto un sermone congiunto con Petra Bosse-Huber, vescova per le relazioni ecumeniche e responsabile per i pastori all’estero (Ekd). Durante la riflessione, Gamxamûb ha ricordato la triste pagina della storia della Namibia e della Germania. «Impariamo dal nostro passato – ha esortato i presenti il vescovo Gamxamûb – per scrivere nuovamente il nostro futuro, caratterizzato dai seguenti valori: dignità umana, rispetto, uguaglianza, buona convivenza, rafforzandoci reciprocamente per esercitare pace e giustizia».
La vescova Bosse-Huber ha dichiarato: «Questo giorno mi commuove molto. Oggi facciamo qualcosa che doveva essere compiuto molti decenni fa: vale a dire, restituire ai loro legittimi discendenti i resti umani di persone che sono state vittime del primo genocidio del XX° secolo». «Insieme ai discendenti delle vittime – ha proseguito – intendiamo mantenere viva la loro memoria, sostenere pubblicamente il riconoscimento del genocidio e lavorare per sconfiggere i torti commessi dal dominio coloniale tedesco, così come i loro effetti duraturi».
Alla XII assemblea a Windhoek, in Namibia, nel maggio 2017, la Flm ha adottato una dichiarazione pubblica sulla riconciliazione in relazione al genocidio in Namibia.
In essa si legge: «Siamo incoraggiati nel sapere che i governi della Namibia e della Germania hanno accolto questo dolore e sono impegnati in un processo per dire la verità e fare giustizia in vista di ciò che entrambi chiamano oggi un genocidio contro gli Herero, i Nama, e altre popolazioni indigene. Siamo grati per il ruolo delle chiese e dei gruppi della società civile che hanno promosso e continuano a sostenere il processo di riconciliazione e di guarigione delle memorie».