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Chiesa luterana chiede fine delle violenze in Nigeria

Accorato appello al governo locale perché metta in atto azioni volte a salvaguardare la popolazione cristiana del paese, vittima di attacchi e uccisioni da oramai troppi anni

«Siamo profondamente turbati dagli attacchi violenti e intollerabili alle nostre comunità in Nigeria. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti a tutti coloro le cui famiglie, amici e vicini di casa sono stati uccisi in queste terribili azioni. Preghiamo Dio onnipotente perché dia riposo eterno alle vittime e conforto a noi tutti». Così si apre la lettera pastorale che il presidente della Federazione luterana mondiale Musa Panti Filibus e Benjamin Fuduta, segretario del Consiglio dei vescovi della Chiesa luterana in Nigeria hanno firmato congiuntamente e consegnato alle comunità locali e ai media di tutto il mondo. Il riferimento è all’ondata di violenza esplosa messa in atto soprattutto dai mandriani Fulani, etnia nomade dell’Africa occidentale, per il controllo di aree coltivate e fertili. Un recente attacco di pastori Fulani a una congregazione della Chiesa luterana nello stato di Adamawa è costato la vita a 18 persone, in maggioranza donne e bambini.

La missiva prosegue con una richiesta al governo nigeriano affinché metta in atto misure e azioni per bloccare le violenze: «E’ obbligo costituzionale quello della tutela ogni cittadino da qualsivoglia forma di violenza. Servono poi materiali di soccorso per l’elevatissimo numero di sfollati interni. Lo spargimento di sangue sulla nostra terra non deve essere tollerato. Chiediamo a tutti di rispettare la santità della vita umana limitando ogni atto che possa oltraggiarla». Nelle scorse settimane il Consiglio della Federazione luterana mondiale riunito a Ginevra aveva già espresso «profonda preoccupazione e il timore che le violenze stiano andando oltre i disaccordi iniziali tra le parti e che dietro vi siano in realtà motivazioni politiche, etniche e religiose». Il Consiglio ha chiesto inoltre di avviare «una campagna di disarmo imparziale per porre fine alla proliferazione di violenze e uccisioni, e di avviare un processo di pace guidato da leader religiosi e anziani di chiesa per porre nuove basi di dialogo fraterno e redimere le cause territoriali che sembrano alla base del conflitto».

I  Fulani sono principalmente pastori nomadi e dal nord si spostano verso il florido sud del paese per pascolare le loro mandrie. Qui si scontrano spesso negli Stati centrali della Nigeria con gli agricoltori locali, principalmente cristiani, che non vogliono farsi invadere le terre. Dal giugno del 2015 si calcola siano circa 3750 le vittime delle uccisioni da parte dei Fulani, più di quelle causate nello stesso periodo dall’organizzazione terrorista Boko Haram che ha fermato questa triste conta a 2.050 persone assassinate. 

Photo: Lwf/F. Samari

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