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L’UE rischia di diventare prevalentemente un’alleanza militare

È quanto denuncia Church and Peace, rete ecumenica europea delle chiese pacifiste

Le priorità di bilancio proposte dall’Unione europea la stanno allontanando dall’originario progetto di pace e riconciliazione, verso un’alleanza prevalentemente militare incentrata sul controllo dei suoi confini.

È quanto afferma la rete ecumenica europea Church and Peace, in una dichiarazione elaborata nel corso della sua assemblea generale annuale svoltasi a Hoddesdon, Regno Unito, a fine giugno.

La Rete ecumenica europea delle chiese pacifiste – che raccoglie comunità, centri di formazione, organizzazioni pacifiste e agenzie di servizi per la pace – ha espresso allarme per la continua tendenza alla militarizzazione, evidente nelle priorità delineate nel quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027. Già lo scorso anno Church and Peace aveva fortemente criticato la presentazione del «Fondo europeo per la difesa» che favoriva l’industria europea degli armamenti.

Church and Peace evidenzia con preoccupazione che l’attuale piano finanziario europeo prevede una spesa di circa 30 miliardi di euro per la difesa, quasi un terzo del budget totale, mentre si riducono di oltre la metà i fondi disponibili per le risposte civili alle sfide regionali e globali.

Nella dichiarazione si respinge fermamente anche il piano di «unire tutti e dodici gli strumenti di finanziamento esterni esistenti» sotto il capitolo del controllo della migrazione.

Church and Peace si unisce all’Assemblea della Conferenza delle Chiese europee (Kek) nel chiedere all’UE di garantire che ci siano tre strumenti per lo sviluppo: i diritti umani, la democrazia, e la costruzione della pace non attraverso strumenti militari.

Nella dichiarazione si afferma che, pur accogliendo con favore gli sforzi per semplificare le operazioni, non designare i finanziamenti a questi pilastri essenziali per una società civile forte «è semplicemente inaccettabile».

Inoltre, la richiesta di istituire un «Fondo europeo per la pace» solleva gravi questioni. In particolare la Rete ecumenica si rifiuta di definire un «atto di pace» un fondo che andrebbe a finanziare il trasporto militare, le attrezzature e altre azioni militari.

Church and Peace fa appello alle chiese affinché: si discuta e rifletta sulle priorità di bilancio dell’UE; si dia priorità ad una Unione che sia agente di pace e riconciliazione; si investa sulla pace giusta, mettendo in atto gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e promuovendo i processi di riconciliazione.

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