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Mettersi "nei panni" dei rifugiati

In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato parla il presidente - esperto d’immigrazione - della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), Manfred Rekowski 

In occasione della Giornata mondiale dei rifugiati, la Chiesa evangelica in Germania (Ekd), attraverso un appello del presidente della Chiesa della Renania, ha chiesto di non mettere a repentaglio «la protezione dei rifugiati in Europa».

Manfred Rekowski presidente della Chiesa evangelica della Renania (EKiR), e responsabile dell'intera Ekd per l’immigrazione e l’integrazione, ha dichiarato: «Nel dibattito politico europeo sono sempre meno le voci che si spendono per garantire protezione a rifugiati e richiedenti asilo fuggiti dalle proprie terre», oggi è necessario «tenere a mente la prospettiva dei richiedenti asilo: chiunque abbia avuto la possibilità di parlare personalmente con i rifugiati sa bene che queste persone sono scappate dalle loro terre per motivi reali, vitali. Sono fuggite da guerre e violenze e per l’impossibilità di poter usufruire di beni primari per la sopravvivenza». Persone che hanno subito persecuzioni politiche, etniche, religiose e che ora «sono alla ricerca di un futuro migliore, che giustamente desiderano. Abbiamo dunque bisogno – prosegue Rekowski – di riappropriarci di concetti generali consapevoli, di promuovere azioni efficaci per i rifugiati, per garantire loro la giusta protezione e aiutare, in questo modo, anche lo sviluppo di una politica europea più moderna e legata al tema delle migrazioni».

L’Unione Europea, ricorda ancora il responsabile dell'area immigrazione della Ekd, «esternalizza sistematicamente la responsabilità in materia di protezione, pagando altri Stati per respingere o ospitare coloro che chiedono protezione: dev’essere chiaro a tutti i leader politici – prosegue – cosa significa mettere in discussione il diritto d’asilo e ridurre la protezione ai rifugiati. Le persone respinte alle frontiere o “spedite” da un paese all’altro rischiano la vita attraversando il mare o addirittura tornando nei loro paesi d’origine. Questa politica di esternalizzazione delle responsabilità è inaccettabile», denuncia infine Rekowski, perché produce «un impatto devastante sull’Europa stessa». Se accettiamo «ciò che d’intollerabile accade vicino ai nostri confini, nei campi libici, nel Mediterraneo, il nostro atteggiamento porterà a delle terribili conseguenze e la nostra dignità e umanità vivranno un’inesorabile decadenza».

L’importanza di riaffermare i diritti di tutti, e le libertà per tutti, «rifletterà la nostra volontà di condividere. Possiamo iniziare a farlo con le persone più vulnerabili che necessitano di una immediata protezione. Nella comprensione cristiana – conclude Rekowski –, la dignità umana e i diritti umani sono indivisibili».

 

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