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J. D. Greear è il nuovo presidente della Southern Baptist Convention

Giovane pastore di una megachurch della Carolina del Sud, Greear guiderà per i prossimi due anni la denominazione evangelica più grande negli Stati Uniti d’America

J. D. Greear, quarantacinque anni, pastore della Summit Church a Raleigh-Durham, Carolina del Nord, megachurch cresciuta fino a contare oltre 10.000 membri, guiderà per i prossimi due anni la Convenzione battista del Sud che – nonostante il declino numerico registrato negli ultimi anni – rimane (con i suoi oltre 15 milioni di membri battezzati), la denominazione evangelica più numerosa negli Stati Uniti d’America.

J. D. Greear – il più giovane presidente che la denominazione ha avuto negli ultimi 38 anni – ha battuto Ken Hemphill, ex preside del seminario della Sbc, con una maggioranza schiacciante: 5.410 voti contro 2.459, circa il 69% dei voti dei delegati che hanno partecipato all’annuale incontro tenutosi martedì 12 giugno a Dallas, in Texas.

Sebbene la presidenza della Sbc sia in gran parte una leadership simbolica – essendo congregazionaliste, le chiese sono autonome e gran parte delle principali decisioni denominazionali avvengono a livello locale – i battisti del Sud guardano al futuro della Sbc con grande ottimismo; parecchi pastori e leader hanno esultato per l’elezione di Greear, dicendo che la sua vittoria segna un «nuovo inizio per la Sbc».

Considerato dai più un potenziale costruttore di ponti tra generazioni e tra posizioni differenti all’interno della Convenzione battista del Sud, Greear ha illustrato durante la conferenza stampa, che si è tenuta nel pomeriggio di martedì dopo la sua elezione, i sei punti «che Dio credo abbia messo nel mio cuore».

In cima alla lista del suo programma presidenziale c’è il messaggio del Vangelo. Sebbene la Sbc sia una rete di chiese diverse per stile, età, background culturale o posizione politica, il neopresidente ha affermato che «siamo uniti da una comune confessione evangelica e anche da una comune missione evangelica». Il Vangelo deve essere ciò intorno a cui si costruisce l’unità, che non dovrebbe essere messa in discussione da questioni secondarie.

Al secondo posto delle priorità, Greear ha indicato la promozione della diversità culturale nella leadership. «Per grazia di Dio ci sono un certo numero di persone afroamericane che fanno parte della Sbc. Eppure la nostra leadership, quando la guardi, non lo riflette ancora», ha detto. «Come tutti sappiamo, gli Stati Uniti stanno cambiando, e per questo – per poter essere in grado di rispondere alle domande e alle sfide che ci vengono presentate nella nostra società – abbiamo bisogno delle prospettive e della saggezza che i nostri membri afroamericani stanno esprimendo».

Seguono poi l’evangelizzazione, la fondazione di nuove chiese, e la missione rivolta agli studenti universitari. Infine, il completo coinvolgimento delle giovani generazioni di laici e di pastori nella vita e nella leadership della Sbc.

Nel corso dell’incontro di Dallas, i delegati hanno approvato 16 risoluzioni. Molta eco hanno avuto le prime due – la prima riconosce la dignità, il valore e il contributo delle donne, e la seconda condanna tutte le forme di abuso e prende posizione a sostegno delle vittime – che sono state approvate a stragrande maggioranza, dopo che negli ultimi mesi sono venuti alla luce denunce di abusi compiuti da noti leader della Sbc e di altre chiese e istituzioni evangeliche. «Deploriamo, ci scusiamo e chiediamo perdono per aver fallito nel proteggere chi è stato abusato; i fallimenti che si sono verificati nelle chiese evangeliche e nei ministeri, anche all’interno della nostra stessa denominazione», recita un passaggio della risoluzione n. 2, che altrove aggiunge: «Chiediamo a tutti coloro che perpetuano abusi di pentirsi e di confessare i loro peccati a Gesù Cristo e alle autorità ecclesiastiche, e di confessare i loro crimini alle autorità civili».

Nell’ambito della conferenza stampa seguita alla sua elezione, Greear è intervenuto proprio su quello che le chiese possono fare nei confronti delle donne vittime di abusi.

«Dobbiamo essere molto chiari sul fatto che alcune cose non solo sono immorali, ma sono anche illegali», ha detto il neopresidente. «E perché sono illegali, noi, come battisti del Sud che credono nella Bibbia, riteniamo che Dio ci abbia dato il compito di offrire protezione... questo significa che dobbiamo essere luoghi sicuri per le donne affinché denuncino gli abusi, ed essere immediati nel riferire gli abusi alle autorità competenti».

Ha poi aggiunto che in alcune chiese battiste del Sud esiste un «problema educativo», in quanto si ritiene erroneamente che i casi di abuso debbano essere gestiti al proprio interno e che le autorità non debbano essere contattate. «Dobbiamo chiarire che queste cose non possono essere gestite internamente, né fare orecchie da mercante verso l’abuso, minimizzandolo o proteggendo l’aggressore, rendendoci così complici dell’abuso stesso», ha detto Greear. «Dobbiamo impegnarci perché le chiese siano un posto sicuro per i più vulnerabili, il che significa che ascolteremo e prenderemo le misure che sono necessarie».

L’esordio è promettente, ma se la presidenza del giovane Greear rappresenta un «nuovo inizio» per la Southern Baptist Convention sarà solo il tempo a dirlo.

 

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