Le Chiese in azione per la giustizia e in lotta contro il populismo
11 maggio 2018
Concluso a Berlino un incontro teologico internazionale per riflettere sulle nuove conflittualità e su come le chiese possono farne fronte
Tra il 2 ed il 4 Maggio ha avuto luogo a Berlino un incontro teologico internazionale dal titolo “Le chiese in azione per la giustizia e in lotta contro il populismo”, organizzato dalla Federazione luterana Mondiale, Chiesa di Svezia, Brot für die Welt ed Evangelische Akademie zu Berlin. Dopo un’apertura pubblica, nella luminosa cornice della Französische Friedrichstadtkirche, i lavori sono proseguiti presso la Dietrich Bonhoeffer Haus. Provando a mettere in evidenza alcune tra le questioni principali, tre domande sono servite da struttura del discorso: cosa intendere con il termine “populismo”; quale ruolo le chiese assumano, o possano assumere; come affrontare le dinamiche populiste all’interno delle realtà ecclesiali.
Ma cosa si intende, propriamente, per “populismo”? András Bozóki, sociologo, professore alla Central European University, Budapest, ha dato gli elementi di base per una definizione condivisa: una forma base di populismo si incontra nelle dinamiche che dividono la società civile in popolo ed élite, attribuendo a questa divisione una realtà di conflitto ed una interpretazione moralistica. La conseguenza è la rivendicazione, da parte del “movimento” populista, di una restituzione al “popolo” dei suoi diritti e dei suoi poteri, di cui l’élite dei politici “di mestiere” lo avrebbe privato. Il carattere necessariamente antipluralista di tale dinamica è evidente. Quando alla forma base si aggiungono elementi di “nativismo” – “noi” contro degli altri indesiderati – e di autoritarismo, di norma anti istituzionalista, allora il populismo assume il suo aspetto più aggressivo.
Quale ruolo per le chiese, nel confronto con i movimenti e le realtà populiste nella società in cui vivono? Questa è stata la domanda che ha più interpellato i partecipanti alla Conferenza: le chiese, in quanto soggetti sociali, sono coinvolte in questa dinamica, tanto dal punto di vista degli effetti concreti quando da quello più sottile ma non per questo meno delicato e fondamentale dei valori e della ricerca di senso. Tra i numerosi interventi, importante quello di Thorsten Meireis, professore di Sistematica all’Università Humboldt di Berlino e direttore del Berlin Institute for Public Theology. La tesi del teologo è che in realtà il populismo non sia il problema principale: alla radice, esso è nutrito da un sostanziale indebolimento della democrazia che apre la via alle forme di autoritarismo violento, antipluralista ed antidemocratico.
Questa riflessione conduce, senza esitazioni, ad interrogarsi sui populismi interni alle realtà ecclesiali. Cosa accade quando la Chiesa e la componente teologica delle Accademie si radicalizza nel suo aspetto istituzionale, quando, per dirlo in termini biblici, la Legge si svuota di Evangelo? Non sono soltanto risuonate le voci, attese e legittime, delle donne, su questa ferita sempre aperta: Esther McIntosh, Linda Thomas e Kirsti Stjerna, professori e teologhe, la prima proveniente dall’Università di York, le altre due rispettivamente dalla Lutheran School of Theology di Chicago e da quella di Berkely, California, sono state estremamente chiare sulla “hidden crisis”, la crisi nascosta, nel contesto del mondo accademico ed ecclesiastico: le voci ignorate, all’interno della realtà delle nostre chiese sono ancora molte, ed è importante che una grande parte del lavori sia fatta in questo ambito. La voce di chi difficilmente è ascoltato, nelle chiese, nelle case, nelle facoltà di teologia - in quelli che almeno teoricamente dovrebbero rappresentare una sorta di contesti protetti - deve essere presa in cura da ogni chiesa, in ogni luogo.
Molto rimarrebbe da dire, ancora di più da fare. Dall’incontro, come spesso accade, è stato prodotto un documento ufficiale, la cui traduzione in italiano sarà disponibile quanto prima, con la triste consapevolezza del fatto che, ai tempi dei tweet e dei likes queste comunicazioni partono probabilmente già deboli. Nonostante ciò, lo si diffonderà, con l’auspicio che possa essere utile nel contesto di alcune conferenze ed assemblee già in programma per i prossimi mesi: l’Assemblea Generale della CCE (Conferenza delle Chiese Europee) a Novi Sad, fine maggio; l’incontro del Consiglio della LWF (Federazione Luterana Mondiale), fine giugno; la Consultazione Accademica della Societas Oecumenica sul tema “Nazioni e Chiese: risposte ecumeniche ai nazionalismi ed alla migrazione”, a Mannheim, fine agosto; l’Assemblea Generale della CPCE (Comunità delle Chiese Protestanti in Europa), a Basilea, settembre; la conferenza WCC (Consiglio Ecumenico delle Chiese)/Vaticano sul tema “Xenofobia, razzismo e nazionalismo populista nel contesto della migrazione globale”, settembre.